Il Vecchio Torchio - Capitolo 2
Data: 29/12/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: William Kasanova, Fonte: EroticiRacconti
... fotocamera, impostando lo scatto a raffica e, cercando, per la prima volta oggi, di mantenere la concentrazione, attendo che il sole sia tramontato per metà.
- Quanto cazzo ci impiega… - sibilo sottovoce, spostando il peso da un piede all’altro, riprendendo a muovere il minuscolo telecomando della fotocamera dallo spazio tra due dita a quello accanto. Guardo a destra continuamente, controllando l’avanzare dell’ombra sul terreno, cercando di non indugiare troppo sull’edificio che sembra essere diventato il centro del mio mondo. – Dai, dai…
Il sole, maledetto, sembra aver rallentato il suo movimento nel cielo al punto tale da dare l’impressione di essersi fermato, come incerto se porre fine a quel giorno e lasciare il suo posto alla sera, quasi faccia apposta per impedirmi di tornare nella mia stanza, accanto alla finestra, a contemplare il giardino…
Cosa staranno facendo Sara e Luca? Staranno preparando la cena, saranno da loro madre e la zia all’ospedale? Staranno pulendo il bed & breakfast? Staranno… L’immagine di loro due, che si recano nella mia camera con la scusa di rifare il letto, come se servissero due persone per sistemare le lenzuola, lei che lo seduce (non che ne abbia bisogno, bella com’è), o magari è lui che seduce lei (che, con il suo magnetismo, credo che nemmeno lui debba sforzarsi troppo), e in un attimo sono nudi, Sara sdraiata, le gambe aperte, il fratello tra le sue gambe, il suo cazzo che sprofonda nella sua fica con forza, rabbioso. “Vuoi sapere ...
... cosa farei a quella troia di Nadia, vero, Sara?”, ringhia lui, mettendo le mani attorno al collo della sorella, le tette maestose che sobbalzano ad ogni colpo, le molle del letto che cigolano come se fosse un pubblico che inneggia al suo eroe. “Sì, Luca! Voglio vedere cosa le faresti!”, confessa Sara, entusiasta di scoprirlo sulla propria pelle, la voce che sussulta quanto il materasso, il suo sesso che emette un suono viscido che sembra accompagnare il canto della rete quando il fratello scarica in lei tutto il disprezzo che nutre verso di me.
Un nuovo profondo respiro riempie i miei polmoni, il profumo caldo e umido della sera sostituito prepotentemente dalle vampate stordenti che si sollevano dal mio inguine, i capezzoli che, irrigiditi dall’eccitazione, si premono contro il reggiseno che sembra essere fatto di carta vetrata invece che di tessuto. Le mie cosce si chiudono come se mi scappasse la pipì.
- Luca… - mi sfugge dalle labbra della bocca, mentre, dalle altre, cola desiderio che inzuppa le mutandine. Di nuovo, oggi. Dannazione, mi sembra di soffrire d’ansia tanto mi batte fuori il cuore, come quando, anni prima, in vista delle notti in bianco a studiare per la laurea, mi ero imbottita di caffeina con gli energy drink.
Solo l’ombra che scivola sulla spiaggia mi ricorda cosa ci sono venuta a fare con una fotocamera. La mia coscienza deve quasi spingere via le mie fantasie sessuali che mi stanno riempiendo la testa come ovatta e creare un varco per riprendere ...