Il Vecchio Torchio - Capitolo 2
Data: 29/12/2019,
Categorie:
Incesti
Autore: William Kasanova, Fonte: EroticiRacconti
... poco piacevole, un bicchiere di buon vino con il fondo pieno di feccia. Una famiglia che vuole mostrare un sorriso per nascondere un segreto inconfessabile…
“Chissà se la madre è a conoscenza…” non posso evitare di domandarmelo per l’ennesima volta, mentre nella mia anima si sciolgono, uno nell’altro, il disgusto e il desiderio al pensiero di quanto ho visto ieri sera. Solo dopo qualche secondo, quando una spina mi graffia la mano che sorregge la sacca della fotocamera, mi rendo conto che ho perso il contatto con la realtà, smarrita nei miei pensieri al punto tale da uscire dalla carrareccia.
È un bed & breakfast, quindi non è prevista una cena nel prezzo dell’alloggio e, sebbene non paghi perché sono ospite, per mangiare, la sera, devo arrangiarmi comunque. Non avrei ugualmente la faccia tosta di chiedere qualcosa, anche considerando chi è adesso nella struttura. Fortunatamente, come avevo potuto notare quando sono arrivata il giorno precedente e questa stessa mattina, bar, ristoranti e supermercati non mancano in zona, così come un parchetto nei pressi di quest’ultimo: dopo aver lasciato la fotocamera nella mia stanza e aver ricevuto un sorriso che lasciava presagire molto da Sara, che ho incontrato nel salotto, mi sono recata nel supermercato.
Mentre sono in fila per comprare un etto di cotto e un panino, le parole della rossa pettoruta non smettono di risuonare nella mia mente. “Quando torni, dolcezza?”, mi ha chiesto, con una voce che avrebbe fatto venire un ...
... uomo nei pantaloni. Ricordo che ho impiegato un attimo a rispondere, confusa dall’eccitazione che aveva causato anche a me: “tra… tra un’ora, credo”. Lei ha annuito, soddisfatta, sorridendo, per poi aggiungere: “alle nove e mezza, torna alla finestra”. L’occhiolino che aveva accompagnato quelle parole aveva avuto lo stesso effetto di una lingua che scivolasse sulle labbra della mia vagina, lasciandomi presagire la promessa di una replica di ieri sera. Avevo sentito i miei glutei contrarsi mentre provavo un forte fastidio davanti.
Non ha aggiunto nulla mentre mi accompagnava fino all’ingresso e, quando mi sono fermata per salutarla, confusa, si è avvicinata al mio volto. Per un attimo ho pensato, temuto, sperato che mi avrebbe baciata di nuovo, ma la sua bocca si è invece fermata accanto al mio orecchio.
“Dopo, non andare a dormire e non chiudere a chiave la porta”.
C’è un certo imbarazzo sul volto del ragazzo, quando, riportandomi alla realtà, mi domanda di nuovo: - Glielo taglio, signorina?
Sbatto le palpebre, confusa, scoprendo di essere davanti al banco della panetteria del supermercato, il cuore che mi batte forte, le mutandine che sono ormai umide. Il panettiere, grembiule bianco sporco di farina e un cappellino strano sul capo, mi guarda con un coltello da pane in una mano e una pagnotta sul piano in plastica davanti a lui.
- Ehm, sì… grazie – dico, cercando di ricordarmi come parlare. Non posso trattenere un paio di occhiate attorno a me, sicura che ...