1. Roberta


    Data: 21/12/2019, Categorie: Trans Autore: Laurencedarabia, Fonte: EroticiRacconti

    ... l’hai preso l’ho rubata in ufficio da mio padre e lo sai che rubare ai ladri non è peccato?” rise con un sorriso devastante, bei denti, occhi che ridevano, appena finita la fase didattica la malia riprendeva.
    
    Portai al tavolo le tazze di te con la zuccheriera, presi la mia seconda sedia e mi accomodai davanti a lui. Sorseggiammo il tè e chiacchierammo, avevo notato che non fumava e lasciai ancora le Gauloises nel pacchetto. Parlammo di viaggi, di una tesi che avrei voluto per il terzo anno in Grecia o in Turchia, di ragazze (di ragazze parlai io, lui non disse niente) poi gli dissi che non avevo nulla contro gli omosessuali, che la mia preparazione di chimica derivava dalle lezioni di un amico chimico di mio papà che per me era uno zio e che era un gay dichiarato. Lui sorvolò anche questo discorso, ritornammo a parlare di scuola, gli diedi un po’ di esercizi da fare e poi disse che doveva tornare in collegio. Gli chiesi se volesse che lo accompagnassi ma disse di no e mi diede appuntamento per il giorno dopo alle due.
    
    Quando uscì mi resi conto che dopo il mio discorso sulla omosessualità si era un po’ irrigidito ma aveva cercato di trattenersi. Pensai che, come al solito, ero stato una bestia e che a parte la chimica non sarebbe successo nulla, pensai anche che fosse meglio, non avrei saputo come gestire una cosa del genere.
    
    Spostai la sedia davanti alla portafinestra che aprii leggermente, tirai fuori una Gauloises e la accesi tenendo come posacenere una delle ...
    ... tazze di prima. Il pensiero andò a Roberto, solo che non riuscivo a immaginarlo Roberto ma Roberta e tutte le frasi che i miei pensieri componevano contenevano articoli determinativi e pronomi femminili. Lei, la, le. “Mi sa tanto che non la sto pensando da omosessuale, è una donna, dice cose da donna, si muove da donna, sorride da donna” sentii bussare alla porta, da schifoso qual ero spensi la sigaretta nella tazza e andai ad aprire. Era la mia scopamica, entrò vestita come una madamin di Torino, si tolse il soprabito, mi si sedette in braccio “ Sono appena arrivata dall’ufficio con il tredici, non hai idea del casino che c’è in giro stasera a Torino” le infilai una mano sotto la gonna mentre continuava a ciacolare, allargò le gambe, la mia mano proseguì senza preamboli, infilai due dita sotto il bordo degli slip e sentii subito che era bagnata, lei mi baciò io continuai a toccarla e riuscii a infilare entrambe le dita sino in fondo premendo verso l’alto con forza. Sussultò smise di baciarmi e miagolando mi chiese dove avevo imparato, non potevo dirle che ero stato svezzato qualche anno prima da una amica suora di mia mamma.
    
    Le sussurrai in un orecchio “chi ti ha fatta bagnare così prima di venire da me?” mi guardò allargando gli occhioni con stupore poi confessò “un operaio sul tram mi è rimasto appiccicato al culo per quattro fermate, si strusciava e sentivo premere un cazzo enorme” “perché non ti sei fatta scopare da lui?” “sono mica una cagna, io non vado con gli operai” ...
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