Roberta
Data: 21/12/2019,
Categorie:
Trans
Autore: Laurencedarabia, Fonte: EroticiRacconti
Mi è venuta di getto questa storia di cui pubblico la prima parte, è successo tutto 40 anni fa e la racconto come la ricordo oggi senza omettere e aggiungere nulla.
“Scusi non mi ha dato lo statino di chimica” una voce leggermente roca con un vago accento spagnolo. Ero dietro di lei in segreteria studenti, era leggermente inchinata verso lo sportello, non vedevo la faccia ma il culo fasciato dai jeans era un bello spettacolo. Sentii lo sfigato dietro lo sportello biascicare che lo stava cercando, lei girò un po’ la testa indietro e ne vidi una parte del viso di tre quarti. Non era una ragazza… ma non era neanche un ragazzo. Capelli scuri lucenti che scendevano sulle spalle, il viso liscio senza trucco e senza accenno od ombra di barba. L’impiegato le passò lo statino, lei lo ritirò e lo aggiunse agli altri fogli, si girò del tutto e squadrandomi si avviò all’uscita. Mi aveva lasciato interdetto, era una persona che non rientrava in nessuno dei miei stereotipi.
“Hei, ti muovi? Non sono qui al tuo servizio tutto il giorno” lo sfigato non mi aveva dato il tempo di mettermi davanti allo sportello, mi guardò attraverso il vetro, mi riconobbe e cambiò atteggiamento “scusa caro, dimmi” sei mesi prima ero arrivato all’ultimo giorno valido per iscrivermi e aveva cercato di mandarmi via, ero riuscito a infilare una mano nello sportello e a tirarlo contro il vetro, dal suo atteggiamento sembrava che il trattamento avesse avuto effetto. “mio padre sta dicendo che mi scrivo io i ...
... voti sul libretto perché ha telefonato qui e qualcuno gli ha detto che il mio voto di analisi non è registrato” prese il mio libretto, si allontanò un attimo bofonchiando “certo che i tuoi si fidano di te…” ed ebbi il tempo di pensare a quegli occhi neri “con le stelline” “ ma era una o uno?” mi chiesi.
Arrivò con il mio libretto, ci aveva messo un timbro “puoi dire a tuo padre di telefonare per controllare, è registrato” mi abbassai per parlare attraverso lo sportello, sussurrai “chi era quell.. di prima? “biascicai la finale, guardò un foglio di registro sul banco “Roberto Cafasso, è venezuelano e fa il primo anno di biologia” lo ringraziai e uscii dalla fila.
Camminando lungo il corridoio rimuginai “sono diventato finocchio, l’ho guardato da dietro e mi è venuto duro” proseguii verso l’uscita, se lo sapevamo solo io e il mio cazzo non era un problema. Nell’androne c’erano quattro telefoni a muro a gettoni. Avvicinandomi lo riconobbi subito girato verso un telefono che parlava, la cornetta in una mano e l’altra che inseriva gettoni a raffica, rallentai e la telefonata finì prima che gli arrivassi davanti.
Fu come se mi muovesse una molla che non conoscevo dentro di me. Mi fermai e gli dissi “sono tre mesi che studio chimica, il programma è lo stesso tuo, vuoi che proviamo a ripassare insieme?” Mi squadrò dalla testa ai piedi “lo so, sono un bel figo “pensai “aprì quella fantastica bocca da donna e mi disse con quel tono da Claudia Cardinale “io ho appena iniziato, non ...