Violagode, capitolo 9: il cliente
Data: 12/12/2019,
Categorie:
Etero
Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69
... chiedo?” Poi si rivolge a me: “Fai anche doppia penetrazione anale?”
Rispondo mugolando senza staccare la lingua dal cazzo. “Shhiii…”
“Certo che lo fa, me lo ha appena confermato. Dai, ce la inculiamo a dovere. Sì, ti assicuro, ha un gran bel fisico e cazzo se succhia bene. A questo proposito ti devo lasciare, non resisto più e devo sborrarle in bocca. A dopo.”
Mette giù e dopo qualche secondo mi innonda la bocca di sperma caldo e saporito.
Mi alzo, prendo un fazzoletto e mi detergo la saliva dalle labbra, la sborra l’ho ingoiata tutta.
“Soddisfatto?”
Alberto è quasi sdraiato sulla poltrona, si tira su i calzoni e li richiude, rincamiciandosi alla meno peggio.
“Fantastica, un pompino a regola d’arte.” Ha un sorriso che corre da un orecchio all’altro. “Verrai veramente?”
“Sì!” Rispondo io convinta. “Sono una puttana, no? 500 euro per farmi scopare da 3 insieme? Perfetto.” Torno a sedermi alla poltrona.
Il resto dell’incontro sono chiacchiere sulle relative esperienze sessuali, viene fuori che è un vero porco nella vita privata, quasi dedito solo ad orale ed anale e la cosa non mi dispiace, sento una affinità.
Mi da appuntamento la sera dopo, mi manda un’auto con autista a prendermi subito dopo cena e mi porterà in casa dell’amico. Là trovero loro tre. Si raccomanda ...
... lingerie molto sexy.
Ora sono nell’ascensore. Mi guardo bene in viso. Aggiusto il rossetto. Che troia che sei Viola. Stringo la borsa con il contratto e… mi stavo dimenticando! Estraggo dal reggiseno la banconota e la metto nel portafogli.
Quando varco la porta dell’ufficio della mia capa lei mi chiede subito: “Come è andata?”
Io rispondo quanto concordato con Alberto: “Un loro tecnico mi ha fatto il terzo grado, ho risposto a tutte le domande che mi ha fatto, poi mi ha fatto attendere un bel po’ ma alla fine è sceso il presidente in persona e ha firmato davanti a me il contratto.” Glie lo allungo con scena plateale.
Lei apre la carpetta, guarda i fogli con la firma.
“Viola, sei stata fantastica!”
“Come è andata?” È un mio collega che è appena comparso dal corridoio.
“Viola ha strappato la firma di quella multinazionale,” risponde la mia capa, rivolgendosi poi a me: “Come hai fatto?”
“Ho usato il mio charme…” rispondo civettuola.
“Gli hai dato il culo?” Fa il mio collega.
Non mi stupisco dell’uscita infelice, è un personaggio notoriamente volgare, anzi rilancio: “No, non ancora almeno, ma quando me lo chiederà glie lo servirò su un piatto d’argento.”
Ridiamo tutti e tre. Solo io so che non è una battuta. Anzi, sono le uniche parole completamente sincere che ho detto.