Violagode, capitolo 9: il cliente
Data: 12/12/2019,
Categorie:
Etero
Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69
... neanche.
Appena fuori dall’edificio la superiore si volta verso di me: “Complimenti Viola, sei stata grande, li hai stesi tutti.”
“Dici che firmeranno?”
“Speriamo, abbiamo dato il massimo, tu hai dato il massimo.”
La giornata in ufficio prosegue tediosa e faticosa come sempre, è ormai l’ora di uscire quando vengo chiamata nell’ufficio della mia superiore.
“Viola, ci hanno chiamato per darci un riscontro sulla presentazione.”
“Come è andata?”
Lei rimane in silenzio per qualche minuto. “Guarda, non saprei, hanno fatto una richiesta strana.”
“Cioè?”
“Dicono che vorrebbero sceglierci come fornitore, ma hanno valutato meglio la nostra offerta e hanno bisogno di dettagli in più sul prodotto, bisogna tornare domani per rispondere ad altre loro domande.”
“Ci torniamo, che problema c’è?”
“È che…” tentenna un attimo, “è che hanno chiesto che ci vada tu da sola per una sessione molto tecnica.”
“Io da sola?”
“Te la senti? È la tua prima gestione diretta di un cliente… e sono così grandi…”
Respiro profondamente. “Ce la posso fare!”
Il mattino dopo scendo dal taxi. Sono sempre tirata ma non troppo sexy quando varco la soglia del grande palazzo di vetro e cemento nel distretto direzionale.
“Il presidente la sta aspettando. Dodicesimo piano, corridoio di destra, ultima stanza.” Mi fa il ragazzo alla portineria quando mi presento.
Il presidente? Non doveva essere una riunione tecnica. Mi avvio forse un po’ tremante ...
... all’ascensore.
Coraggio Viola, dico alla me stessa riflessa nello specchio, sei brava, sei forte, sarai professionale come e più di ieri.
Arrivata davanti alla porta una segretaria mi introduce e varco la soglia con passo deciso. “Buonasera dottore.”
“Buonasera dottoressa.” È uno degli uomini incontrati ieri, a ben ricordare non ha aperto bocca per tutta la riunione. “Si accomodi.”
Mi siedo sulla sedia imbottita davanti alla sua grande scrivania, accavallando le gambe anche se così facendo mostro forse un po’ troppa coscia. Tiro la gonna verso il basso cercando di non farmi notare.
Lui guarda diretto le mie mani, il mio gesto, le mie gambe.
“Non preoccuparti.” Mi fa lui. “Possiamo darci del tu?”
“Certo.” In che senso non preoccuparti?
“Ieri sono rimasto molto ben impressionato, come azienda vi abbiamo già analizzati piuttosto bene, raccogliendo molte informazioni. Quello che non mi aspettavo è di incontrare te.”
“Me?” Sento freddo e caldo allo stesso tempo.
“Ascolta Viola. Posso chiamarti Viola?” Annuisco. “Ascolta Viola, ti chiedo un favore personale. Posso?”
“Un favore personale?” Chiedo io. “Se posso aiutare…” Sono agitatissima.
“Qualsiasi cosa verrà detto qua dentro dovrà rimanere fra di noi.” Cosa ha in mente? “Io mi impegno a non divulgare niente in alcun modo a nessuno, e chiedo altrettanto a te. Ho la tua parola di galantuomo? Oh, scusa, da… come si dice al femminile?”
“Nessun problema.” Lo interrompo io raccogliendo il coraggio. “Ha la mia ...