le mie storie (107)
Data: 03/12/2019,
Categorie:
Maturo
Autore: isolafelice75, Fonte: xHamster
... carte lasciate da Alfredo (questo il suo nome) mi alzo fiera dell’escamotage che ho inventato e vado ad aprire… incredibilmente però, mi ritrovo lui sull’uscio della porta. Ho qualche secondo di smarrimento, tanto che mi chiede se vada tutto bene, poi gli domando come mai non abbia citofonato, sentendomi rispondere che ha trovato il cancello già aperto. Siamo ancora all’ingresso di casa e dopo qualche tentennamento, o meglio la speranza che lui lasci i documenti e vada via, mi rassegno dentro di me a farlo accomodare per offrirgli qualcosa. Ci mettiamo in cucina, poggia le carte sul tavolo e mentre io controllo che abbia portato ciò che mancava, va in bagno a fare pipì. In quei minuti cerco di pensare a come tenerlo a bada, a come non subire il suo sguardo, la sua parlata sussurrata che mi faceva tremare le gambe più di vent’anni fa e tuttora continua ad avere un certo potere su di me; sento lo sciacquone, lo vedo uscire poi passarmi dietro e mentre chiede se abbia controllato i documenti, poggia le mani sulle spalle iniziando un massaggio proprio sulla fascia muscolare che avevo più in tensione. Per un attimo mi ritraggo, timidamente gli chiedo di lasciarmi stare, ma lui continua dicendomi di stare tranquilla; ecco, appunto proprio ciò che non riesco a fare, stare tranquilla! La voce comincia a tradire il piacere che stanno provando i miei muscoli dorsali, Alfredo intuisce che sono molto “incordata”, sposta i capelli di lato e con le dita comincia a manipolarmi il collo. ...
... Non ricordavo fosse così bravo a fare massaggi, ma in quel momento chiudo gli occhi e mi lascio andare completamente. Mentre gli faccio i complimenti, ci prova dicendo che per muoversi meglio dovrei togliere la felpa; rido e senza alcun pudore gli confesso di non portare il reggiseno, ma lui senza scomporsi ribatte che ricorda benissimo le mie tettone. In quell’esatto momento capisco che le barriere hanno ceduto, sono di nuovo “ipnotizzata” da quell’uomo dopo più di vent’anni, quel barlume di razionalità che mi rimane, mi impone di nascondere ciò che sto provando, ma credo che abbia capito come sono combinata. Dopo qualche minuto la sua mano destra allarga il collo della maglia quel tanto che basta per infilarsi dentro e prendermi il seno, con affanno riesco a pregarlo letteralmente di fermarsi, ma lui continua anzi con i polpastrelli gioca con il capezzolo fino a farlo indurire. Quando pleonasticamente mi chiede se mi piaccia, riesco a malapena a muovere il capo su e giù in segno di assenso, il piacere mi ha completamente pervaso e sento la mia micia già bagnata. La sinistra massaggia la spalla, la destra passa da un seno all’altro sotto la felpa mentre appoggio la testa sul suo stomaco; ho ancora gli occhi chiusi quando sento il rumore della sua cerniera che si abbassa, anche se inizialmente non me ne rendo conto. Sento le sue dita accarezzarmi il viso e poi girarlo verso il lato, apro gli occhi e vedo il suo uccello fuori dal pantalone; senza che faccia altro mi abbasso quel ...