1. La sottomissione di Chiara


    Data: 25/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: elgmstr, Fonte: RaccontiMilu

    ... perché pensava di farcela da sola. Tuttavia la corrente la portò ancora più a largo. A quel punto urlò, chiamando Carlo, ma era già troppo lontana. Carlo non poteva sentirla.
    
    Il proprietario della grande barca a vela si accorse che la ragazza era in difficoltà. Montò sul tender che era già in acqua, avviò il motore e la raggiunse in poco tempo.
    
    Quando arrivarono allo yacht di Carlo, questi era ancora all’interno che lavorava al telefono. Sentendo accostare l’imbarcazione a motore, chiuse la chiamata e uscì. Fu sorpreso di vedere Chiara su un tender con un altro uomo. Indossava la camicia di lui e tremava.
    
    “Buonasera” disse l’uomo. Aveva circa sessant’anni. La pelle molto abbronzata. Una voce sicura di sé “La signorina era un po’ in difficoltà a causa della corrente e ho pensato di darle un passaggio” disse in modo gentile mentre Chiara saliva sulla barca.
    
    Carlo strinse Chiara per le spalle. Tremava ancora. La fece sedere e si assicurò che stesse bene. Poi si rivolse all’uomo:
    
    “Non so come ringraziarla”
    
    “Non deve” disse l’uomo ridendo mentre si apprestava a ripartire col suo tender.
    
    “Posso offrirle qualcosa?”
    
    “No grazie. Torno dai miei ospiti”
    
    “La sua camicia…”
    
    “Non si preoccupi”
    
    “Gliela riporterò più tardi alla barca. Grazie ancora, davvero”
    
    L’uomo lo salutò con un gesto del braccio mentre si allontanava sul piccolo gommone.
    
    * * *
    
    Le sottili caviglie di Chiara erano legate agli estremi di un’asta di acciaio che le teneva le gambe ...
    ... ben larghe. In mezzo all’asta c’era un anello. A questo anello era attaccato l’estremo di una piccola catena. L’altro estremo era attaccato all’anello del collare. La catena era corta, quindi il corpo di Chiara era ripiegato su sé stesso, col viso che guardava i piedi. Nel suo culetto era inserito un gancio anale, che era fissato con una corda a un anello fissato al soffitto: la corda era tesa in modo tale che Chiara non potesse piegare le ginocchia e fosse costretta a stare in punta di piedi. I polsi erano fissati alla parete, sotto la finestra dell’imbarcazione, all’altezza del suo collo e a una distanza maggiore della larghezza delle sue spalle. Non poteva fare alcun movimento.
    
    Arrivò la prima sculacciata. Forte. Alla base della natica in modo che la vibrazione arrivasse alla fighetta. Chiara ebbe un brivido di dolore e di piacere insieme. Soppresse un grido.
    
    “Mi scusi Signore. Grazie per punirmi Signore”
    
    Arrivò la seconda sculacciata, ancora più forte.
    
    “Ahhh!…”
    
    Arrivò la terza, e poi la quarta. Poi silenzio. Senza un solo gemito, Chiara piangeva. Le sue lacrime cadevano sul pavimento di legno ben pulito. Non piangeva per il dolore. E nemmeno per l’umiliazione. Piangeva perché aveva turbato Carlo. Perché sentiva quanto era scosso alla sola idea di essere stato vicino a perderla.
    
    Carlo la slegò, cominciando dal toglierle il gancio anale. Lei si afflosciò per terra. In ginocchio, si aggrappò alle sue ginocchia, bagnandogli le gambe con le sue lacrime. Lui la ...
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