1. La sottomissione di Chiara


    Data: 25/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: elgmstr, Fonte: RaccontiMilu

    CAPTOLO 1: L’esame
    
    Chiara era davanti alla camera 651 di un grande albergo di lusso; uno di quegli alberghi anonimi, usati da uomini d’affari. Era vestita esattamente come Carlo le aveva richiesto: scarpe nere lucide con tacco 12; autoreggenti nere trasparenti con balza in pizzo finemente decorato; gonna aderente nera sopra il ginocchio, camicetta leggera bianca con ampia scollatura e senza reggiseno. Sulle mutandine Carlo aveva dei gusti, o meglio delle esigenze, talmente particolari, che le aveva acquistate lui su internet e le aveva spedite al suo indirizzo: erano dei micro-tanga aperti di pizzo nero con un sottilissimo nastro viola che, chiudendosi con un piccolissimo fiocco, le si posava sul clitoride e lasciava vedere le labbra vaginali. Qualsiasi donna si sarebbe sentita meno esposta se fosse stata completamente nuda piuttosto che indossando quelle mutandine.
    
    Chiara aveva ventiquattro anni. La sua statura era nella media. Tuttavia, aveva un corpo tonico e slanciato. Le caviglie fini; gambe affusolate e asciutte che creavano un ampio spazio d’aria a forma di cuore sotto la figa. Un sedere piccolo, all’insù e molto sodo le cui forme e la cui consistenza trasparivano attraverso la leggera gonna nera. Un ventre estremamente piatto e una vita stretta. Dei seni di dimensioni medie ma estremamente sodi, che senza reggiseno si muovevano in modo compatto sotto la leggera camicetta e rischiavano a ogni passo di fuoriuscire dalla profonda scollatura. I suoi capelli erano ...
    ... lisci e, a causa delle sue origini finlandesi da parte di madre, naturalmente biondissimi e lo stesso erano i peli del pube, che erano naturalmente pochi al punto che non aveva bisogno di depilarsi. La pelle era estremamente chiara, quasi bianca. Soprattutto vestita in questo modo, non passava inosservata, e quando entrò nella hall dell’albergo con il suo trolley e sentì gli sguardi di uomini e donne posarsi su di lei, sentì una profonda vergogna.
    
    Era ferma in piedi in quell’ampio e silenzioso corridoio scuro davanti alla camera 651. Aveva paura di entrare ma allo stesso tempo era estremamente eccitata. Il sottile nastro viola che era poggiato sulla sua figa era completamente pregno dei suoi umori. Carlo l’aveva istruita in ogni minimo dettaglio. ‘Dal momento in cui busserai a quella porta dovrai funzionare come un orologio’ le aveva detto. ‘Ogni minima sbavatura sarà punita’ ‘Si Signore’ ‘E se le sbavatura saranno troppe, oppure troppo marcate, non passerai l’esame: non potrai avere l’onore e il piacere di essere la mia schiava’. ‘Si Signore’
    
    Controllò l’orologio. L’ultima volta che si erano visti, quando avevano deciso che lei avrebbe sostenuto l’esame, Carlo le aveva ordinato, fra le altre cose, di arrivare esattamente alle 15 in punto ‘Non un secondo prima, non un secondo dopo’, disse. Chiara stava per chiedere il permesso di fare una domanda ma Carlo la zittì sollevando leggermente un dito. Prevedendo la sua domanda, le dette un orologio sincronizzato col suo: ‘Non ...
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