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La sottomissione di Chiara
Data: 25/11/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: elgmstr, Fonte: RaccontiMilu
... finì la telefonata e camminò con calma verso le due ragazze. ‘Va bene’ disse a Chiara ‘adesso prepara me’ Chiara fu enormemente sollevata. La sua lingua le faceva male. Sempre in ginocchio si girò e, tenendo le mani dietro la schiena, aprì i pantaloni del suo padrone con la bocca. Gli abbassò i boxers e gli prese in bocca il pene. Andò il più in profondità che poteva, accogliendolo in gola. Dopo poco, Carlo dette istruzioni alle ragazze. Chiara doveva sdraiarsi sulla schiena. Alessia doveva mettersi a pecorina sopra Chiara, con la sua figa all’altezza della bocca di Chiara. Una volta assunta la posizione, Carlo scopò selvaggiamente Alessia, mentre Chiara le stimolava il clitoride con la lingua. Alessia urlava dal piacere ed ebbe subito un altro orgasmo. Dopo il terzo orgasmo di Alessia, Carlo la sodomizzò violentemente. Le venne dentro l’ano. Prima di uscire dal culo di Alessia, ordinò a Chiara di essere pronta ad accogliere lo sperma che ne sarebbe fuoriuscito. Chiara entrò nuovamente con la lingua nel buco di Alessia per raccogliere lo sperma di Carlo, e lo deglutì. CAPITOLO 4: Il giaguaro La mattina del giorno dopo, Carlo e Chiara si svegliarono tardi, come sempre accadeva durante i loro incontri. A Carlo piaceva svegliarsi col pene nella bocca di Chiara. Questa doveva quindi svegliarsi prima di lui e prendere il suo cazzo fra le sue labbra mentre lui dormiva. C’erano volute diverse settimane e diverse sculacciate o frustate perché lei imparasse a muoversi con la ...
... delicatezza necessaria per non svegliarlo prima che il suo cazzo fosse al caldo nella sua bocca. Quella mattina fece questa operazione in modo talmente delicato che Carlo non si svegliò per parecchi minuti. Quando si svegliò, era estremamente riposato. Scese dal letto. Chiara sapeva che doveva mettersi in ginocchio con le mani dietro la schiena e aprire la bocca: la prima cosa che Carlo faceva la mattina era urinare nella sua bocca. Chiara aveva cominciato ad amare questo momento. Nel bere l’urina di Carlo non ci vedeva più nulla di sporco. Per lei era diventato un gesto di intimità, oltre che di sottomissione. “Cosa devo indossare questa mattina Signore?” Chiese Chiara dopo aver finito di deglutire. Carlo la guardò in silenzio. Adorava ascoltare la sua voce: era dolce e perversa allo stesso tempo; fresca e insieme sensuale. E adorava guardarla. Dimostrava ancora meno dei suoi ventiquattro anni. Trovava il suo fisico al di là della perfezione: le sue gambe longilinee, asciutte e toniche, affusolate e con le caviglie fini; le sue ginocchia arrossate per la posizione che doveva spesso tenere; il suo culetto piccolo, perfettamente rotondo e all’insù; le sue tette sode e dalla forma collinare, con i capezzoli chiarissimi e delicati che seguivano la sagoma del seno e che quando erano turgidi si gonfiavano di piacere; il ventre piatto e asciutto; la figa rosa e delicata con la sottile peluria bionda. Poteva guardarla per ore, e Chiara adorava sentire il suo sguardo su di lei. La ...