Chi sono le brave ragazze?
Data: 10/11/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Tradimenti
Autore: Dorotea, Fonte: RaccontiMilu
... Piego in avanti al schiena e in un attimo sono a novanta. Mi prende a schiaffi il culo e poi continua, pompando senza sosta nel mio culo. I miei seni rasentano i vassoi con su il cibo sporcandosi di riso, salse piccanti e pesce. Con una mano mi afferra per le spalle, attorcigliando l’altra attorno ai miei capelli. Tira come un dannato obbligandomi ad alzare la nuca, fissando la porta chiusa davanti a noi. “Sbattimi, cavalcami… avanti su… spingi… di più… voglio sentirti venire, voglio che mi riempi, che mi farcisci…. Avanti…” lui si sporge in avanti per arrivare a sussurrarmi all’orecchio.
♣ “Sai a cosa sto pensando? Che se in questo momento da quella porta dovesse entrare il General Manager sorprendendoci a fare sesso, io continuerei a scoparti senza ritegno” sorride ed io gemo mentre la soia si rovescia sulla scrivania bagnandomi i seni. Lo sento quindi smettere di pomparmi il culo e rinfilarsi nella figa dove dopo poche spinte viene, riempiendomi come promesso.
Una volta che i nostri respiri si sono calmati, non ci siamo ricomposti ma abbiamo proseguito la serata consumando la cena nudi, seduti alla scrivania. Certo non è finita ...
... lì. Perchè dopo sei mesi di completa inattività sessuale, Alex aveva bisogno di recuperare. Da brava ragazza mi sono prestata per succhiarglielo un paio di volte, facendolo venire copiosamente prima nella mia bocca e poi sulle mie tette. Visto che la metro aveva già chiuso l’ho riaccompagnato a casa in macchina. Ha insistito perché scendessi e raggiungessi con lui la porta del suo appartamento come “alibi” per il forte ritardo nel caso in cui Angela fosse ancora stata sveglia. Le luci però erano spente ed il silenzio regnava. Così ne approfittò per salutarmi infilando la mano sotto la gonna. Dopo avermi accarezzata attraverso la stoffa sottile dei collant aveva pensato di romperli, scostare le mutandine ed infilare due dita dentro di me. Coprendomi la bocca con l’altra mano, aveva spinto fino a farmi venire nuovamente. Avevo pensato io a ripulirgli le dita, leccandole come poco prima avevo fatto con il suo uccello. Avremmo proseguito se un rumore sull’androne delle scale non avesse interrotto la magia. Un’occhiata, un cenno del capo e poi lui rientrò in casa lasciandomi un sorriso soddisfatto sulle labbra. Anche questa volta, avevo vinto.