1. Chi sono le brave ragazze?


    Data: 10/11/2019, Categorie: Erotici Racconti, Dominazione / BDSM Racconti Erotici, Tradimenti Autore: Dorotea, Fonte: RaccontiMilu

    ... ore per lavorare. Non sarebbe corretto!” gli faccio una smorfia “Ora che abbiamo sistemato… Angela?” domando solo per retorica dato che il nome della moglie l’ho stampato in testa. Alessandro annuisce. “Pensiamo a te. Che cosa ti piacerebbe fare? Che cos’è che potrebbe aiutarti a sfogare lo stress in poche ore. Magari qualcosa che non fai da tempo e che non richiede… costanza..” giuro che non sto parlando con tono malizioso ma del tutto ipotetico. Eppure più vado avanti e più le analogie con il sesso si sprecano! “Insomma una… toccata e fuga” ora sto zitta e mi infilo un altro pezzo di pesce in bocca. Lui mi fissa ancora le labbra senza parlare. E’ il momento di colpire.
    
    ♦ “Ho un’idea. Facciamo un gioco. Ti va? E’ molto semplice. Si chiama “Gioco della fiducia”. Sia chiaro, non è nulla di che. Ce lo fecero fare degli psicologi durante un meeting qualche anno fa” ricordo con molto piacere quel meeting. Riuscii a portarmi in stanza quattro tizi diversi contemporaneamente e mentre ne spompinavo due gli altri mi aprivano il culo e la figa. Che ricordi! “Allora? Ti fidi di me?” ridacchio alzandomi in piedi, facendo il giro della scrivania e mi siedo sul piano accavallando le gambe. Lui titubante resta a guardare senza dire ne si ne no. “Avanti, dammi la tua cravatta” è ancora scettico e mi fissa per un lungo momento poi la allenta e me la porge. Sciolgo il nodo, mi alzo, prendo una delle sue mani ed inizio a legare la cravatta attorno ad uno dei suoi polsi, poi raggiungo il ...
    ... retro della sedia girevole, afferro l’altro polso e li lego insieme.
    
    ♣ “Perchè mi stai legando?” mi mordo le labbra per non farmi scappare mezza parola, quindi sorrido e torno a sedermi sulla scrivania sempre a gambe accavallate.
    
    ♦ “Perchè altrimenti non si chiamerebbe “Gioco della Fiducia”. Ti devi fidare di me, semplice.” quindi inizio a slacciare i bottoni della camicetta. Lui sgrana gli occhi quasi inorridito.
    
    ♣ “Ma cosa stai facendo?!?” finiti i bottoni la sfilo dalla gonna e poi dalle braccia restando con un reggiseno di pizzo bianco molto lavorato e completamente trasparente che mette in bella mostra i miei seni ed i capezzoli turgidi nel mezzo.
    
    ♦ “Mi serviva una benda, che cosa avrei dovuto usare?” arrotolo la seta su se stessa più volte fino a creare una fascia che posiziono sugli occhi di lui. Faccio un nodo bello stretto sul retro della sua nuca quindi mi alzo in piedi. “Ci vedi?”
    
    ♣ “No, non ci vedo nulla e questo gioco non mi piace ancora prima di iniziarlo.” sbuffa contrariato.
    
    ♦ “Eddai su. Un po’ di fiducia. Vedrai che quando avremo finito, sarai un uomo nuovo” mentre parlo tiro sfilo la gonna, le calze, le mutandine ed il reggiseno. Sono nuda ad eccezione dei tacchi che rimetto. Scosto un po’ la sua sedia dalla scrivania così da potermi sedere sul piano proprio di fronte a lui. “Ok ci siamo quasi. Ora ti darò da mangiare. Tu dovrai semplicemente aprire la bocca e fidarti. Capito?” le mie mani lavorano svelte tanto quanto la lingua, mentre parlavo ...
«12...456...»