1. In un assolato pomeriggio romano


    Data: 02/11/2019, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: nessuno2020, Fonte: RaccontiMilu

    ... La storia proseguì per qualche settimana: fino all’ultima volta quando fu indispensabile tagliarla, traumaticamente, perché ci eravamo accorti che ci sfuggiva di mano e che Agnese rischiava, prima o poi, di fare un bambino con me. L’ultima volta fu diversa dalle altre; avevamo entrambe un enorme desiderio di accoppiarci, lei era nei giorni più fecondi e questo costituiva già un note­vole pericolo. Eravamo sul letto, entrambi nudi: io le ciucciavo i capezzoli, lei si eccitò moltissimo e prese in bocca il mio membro e nell’arco di pochi secondi vi scaricai una quantità, che mi parve enorme, del mio seme. Ero privo di forze, che ripresi subito non appena mia sorella mi portò la sua femminilità sulla mia faccia. Lappai e lappai con infinito piacere; raggiunse l’orgasmo più volte, punteggiato da strani rumori e urli emesse dalla sua bocca mentre veniva. Avevo la bocca piena dei suoi umori, che gustai fino in fondo, e introdussi per l’ultima volta la lingua nella sua femminilità, provocandole l’ultimo rumoroso orgasmo. Quasi mi impri­gionò la testa con le gambe in quella posizione. Capii il pericolo; se avessi perso il controllo, e c’eravamo spaventosamente vicino, mi sarei accoppiato e ...
    ... quasi certamente avrei reso madre mia so­rella. Così trovai la forza di allontanarmi da lei, in modo quasi brutale, e rivestirmi con la rapidità del fulmine. Anche lei ebbe la stressa intuizione e, fortunatamente, si comportò allo stesso modo. Quei rapporti, dei quali parlammo mai più, furono sicuramente i più belli della nostra vita. F.”
    
    Rimasi come folgorata da quanto avevo letto; lesi e rilessi non so qualche volte quelle parole e pro­vai un incontenibile desiderio di masturbarmi. Lo feci più e volte, provocandomi orgasmi squassanti e rumorosi. Rimasi sul letto, nuda, con le gambe spalancate, il sesso bagnato e bollente, finalmente soddisfatta sessualmente. Ecco, la pendola batteva il tempo che segnava l’ora della mia uscita da casa. Mi vedevo come una donna bella, ben truccata, profumata, moglie di una persona importante; ma resa sessualmente felice, fin nelle fibre, soltanto dalla lettura di una lettera ingiallita risalente a decenni prima e mi spuntarono un paio di lacrime. Sarei passata da Lia a salutarla e a chiederle un appuntamento per l’indomani, per un controllo della pettinatura e per altro che avrete ovviamente immaginato. E che leggerete nel mio prossimo scritto. 
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