In un assolato pomeriggio romano
Data: 02/11/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Autore: nessuno2020, Fonte: RaccontiMilu
... scritta in calligrafia, su quattro facciate. Presi a leggerla, pensando a uno scherzo, e invece rimasi letteralmente folgorata da quel documento tanto vecchio e ingiallito eppure così attuale. Ecco quanto lessi. “In quel periodo mi masturbavo sovente, anche perché ero ancora vergine e, quindi, non avevo ancora provato il contatto con il corpo femminile né la stimolazione diretta di una mano di donna sul mio pene. Le uniche esperienze le ebbi con una mia cugina, più grande di me e già fidanzata, che mi piantò in asso sul più bello mentre stavo per raggiungere il mio primo, e vero, orgasmo. Un pomeriggio d’estate, al tempo della guerra d’Africa, i nostri miei genitori, come la più parte dei Romani, erano andati a vedere Mussolini a piazza Venezia, più che altro per curiosità. In quell’assolato pomeriggio ero in camera mia, intento a masturbarmi; avevo un grande desiderio di una femmina. All’improvviso entrò mia sorella in pigiama e zoccoli. Io le davo le spalle ma lei si accorse egualmente di cosa stessi facendo. Rimisi la verga, ormai durissima, nei pantaloni del pigiama e chiesi, urlando sgarbatamente, cosa volesse; ero preda dall’imbarazzo più frustrante e lei, con le guancie rosse e lo sguardo interrogativo, mi rispose che cercava un libro sul quale studiare alcuni capitoli di filosofia. Le feci osservare che non si entra silenziosamente in camera altrui e lei, di rimando, mi fece notare che calzava gli zoccoli di legno che proprio silenziosi non erano e se ne andò, rossa ...
... in viso e visibilmente seccata ma con un sorrisetto enigmatico sulle labbra. Riflettei a lungo su ciò che era accaduto e mi resi conto che potevo profittare dell’occasione per conoscere nuove sensazioni. Visto che saremmo stati soli per l’intero pomeriggio e che si poteva essere certi che i nostri genitori non sarebbero rincasati anzitempo, presi l’iniziativa di sedurre mia sorella. Mi batteva forte il cuore e avevo paura che in caso di rifiuto, non improbabile, l’avrebbe riferito ai nostri genitori per cui, oltre che ricevere una dose di meritatissime botte, non avrei avuto più il coraggio di guardarli negli occhi. Ma oramai ero in preda al desiderio sessuale che volevo in ogni modo soddisfare e niente al mondo mi poteva far mutare di parere. La mia sorellina stava facendo i compiti nella sua camera dove entrai all’improvviso, fissandola. Lei continuò a studiare, pensando evidentemente che fossi entrato per prendere qualcosa. Dopo qualche secondo esclamai: “Allora?” lei mi guardò rispondendomi :”Allora cosa?” e il suo volto si illuminò di un grande e solare sorriso. “Hai visto cosa stavo facendo, vero?” “Si, Fabrì, ‘na pugnetta.” “Ma tu che ne sai?” “Me l’a detto Giacomino” “Ah il tuo regazzino!” Era diventata rossa in viso e aveva chinato il volto sul libro. “Avete fatto qualcosa?”“ Ma che, sei matto? Mi ha solo detto che quando ha voglia di me fa come stavi facendo tu, e basta. Solo detto.” La presi dolcemente per un braccio e le dissi: “Vieni” al che rispose :”’ndove? ...