Novella boccaccesca
Data: 20/10/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Idea Clito, Fonte: EroticiRacconti
... Quella fanciulla ha sofferto tanto, ora ha un buon posto, è vogliosa d’ apprendere e imparare, dallo scritto al far di conto. Apprezza l'arte e la poesia, è ancora inesperta, ma molto volenterosa e ingorda d'imparare.”
"Ingorda di scoprire anche nuove amicizie non credete zio?”
Passato che fu il tempo suo, lo zio ci donò la buonanotte ritirandosi nella sua stanza
Cominciammo a rassettare i tavoli, pulire il pavimento e tutto quello che in cucina avevam da ripulir.
Quando affaccendata al lavatoio, da dietro mi sentii abbracciar e la gonna alzare.
"Cosa fate siete ammattito? Dissi bisbigliando.
"Si pazzo di voi! Da quando a cena ho saggiato il vostro nettare d'amore, non penso ad altro che al culo vostro.
Mi prese una mano poggiandola sulla patta gonfia, continuando ad infilarsi sotto la gonna, carezzar le cosce lisce e su, su, fin sotto la cotonina delle braghe, scoprendola sempre fradicia d'umori, le sue appendici inserì.
Quando furon zuppe, l'estrasse e me ne fece ossequi davanti agli occhi. “Quanti umori colano dalla vostra rosa morbida, avete anche voi la medesima voglia mia.”
Disse mettendosi le dita in bocca e suggendone il dolce nettare. Prendendomi la mano la portò nelle sue braghe, per farmi sentir quanto indurita avea la possente verga.
Fui presa dalla lascivia, mi chinai e nella bocca accolsi quella magnificenza.
Si sollevò lasciandomi a bocca asciutta, facendomi girar china sul lavatoio, in un sol colpo mi tolse le brachette e ...
... immerse la lingua nel fiore morbido e succoso da farmi gridare da tanto godimento, poi la verga tolse il posto all’appendice, facendomi gemere e gridare. Uscì la verga per potermi sollevare e portatomi alla tavola, con la schiena poggiata e le gambe piegate sulle spalle, mi riempì davanti, nel fiore umido e anche nell’orlo scuro della mia luna piena, gridando e ansimando tutta la notte godemmo appieno.
Caro messere mio, ho sentito la forte necessità di non mentirvi e vi ho scritto quel che è successo ier notte col nipote del signore mio.
Voi lo sapevate che ancor non son fatta per una verga solamente, tante ne vorrei saggiare, anche la vostra ancora anelo, che così tanto godimento mi donò.
Spero che la mia sincerità non v’indisponga e ancor ci ameremo.
Doman l'altro il mio signore mi porterà in città per un incontro con gente suoi pari, io mi farò concedere delle ore per far ozio nelle bancarelle, se voi ci sarete conosco un posto segreto per godere di noi e amarci ancor.
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Non immaginavo che la vostra fessa e gli altri vostri pertugi avessero così bisogno di essere riempiti, altrimenti avrei provveduto in qualche modo. Pensavo foste solo mia e non dovessi dividervi con altri uomini. Cercherò di non pensare a quello che mi avete raccontato, stanotte sotto il mio mantello, nel giaciglio di paglia che ho rimediato, godrò in solitudine, raccogliendo in una mano il seme della passione, caldo e denso. Sarò in città per seguirvi, ovunque vogliate portarmi ...