Surfin' - 6
Data: 15/10/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti
... più.
E' stato in quel momento che gli ho detto che volevo davvero che mi facesse male, avevo allo stesso tempo paura e voglia che mi sventrasse. Molto più che Thiago in precedenza – e molto più che tante altre volte – mi sono sentita davvero una troia. Perché era lui, il “ragazzino”, uno che probabilmente non sapeva bene nemmeno quello che stava facendo. Il suono dello sciacquettio dentro di me mi ha definitivamente fatta uscire di testa, volevo solo arrivare a godere. L'ho incoraggiato a non fermarsi e ho risposto "sì" alle infinite volte in cui mi ha chiesto "te gusta?". Gli ho piagnucolato che mi faceva impazzire, l'ho implorato di farmi venire, gli ho annunciato "eccomi, eccomi!", ho offerto le mie mani sotto la sua felpa e le mie unghie che gli segnavano la pelle, lo spettacolo del mio corpo che ha iniziato a tremargli addosso subito dopo aver gridato "godo!" alle stelle. E appena ho potuto gli ho dato un lunghissimo e passionale bacio di ringraziamento.
Me ne sono andata troppo in fretta, con la testa che mi girava ancora e contraddicendo le attenzioni che gli avevo riservato fino a quel momento. Ma ho avuto improvvisamente voglia di non essere più lì, di essere in un altro posto. Una cosa da matta, irrazionale. Ma come era irrazionale tutto quello che avevamo fatto. Lui avrebbe voluto altro, immagino. Nonostante la scarsa luce il bozzo tra le sue gambe era abbastanza evidente. Forse sperava in un altro pompino, forse in qualcosa di più. E confesso che per un ...
... attimo, ma solo un attimo, l'idea di rimettermi a cavalcioni su di lui e di farlo entrare chiedendogli se fosse la primera vez mi ha attraversato la mente. Ma mi sono allontanata velocemente senza che lui avesse nemmeno il tempo o la forza di chiamarmi.
Dopo un centinaio di metri mi sono invece sentita chiamare da chi proprio non mi sarei aspettata. Avrei riconosciuto la voce ma prima di tutto ho riconosciuto la pronuncia di quell' "Annalisa, Annalisa!". Ho atteso che Gretchen attraversasse la strada per raggiungermi e prima che mi arrivasse a fianco le ho detto che pensavo che l’avrei rivista molto più tardi. Lei, Adèle, Patrick e il suo amico mi sembravano parecchio affiatati, in fondo. Ha fatto spallucce in modo un po’ ambiguo, poi mi ha abbracciata per un fianco e abbiamo iniziato a camminare in silenzio. “Ti sei divertita?”, mi ha chiesto dopo un po’. Le ho risposto “abbastanza, tu?”, ma non mi ha neanche risposto.
Non avevo voglia di farle il consuntivo della serata, che le avrei potuto dire? “Uh, sì, vediamo: ho fatto un pompino, mi sono beccata due ditalini e… ah sì, uno mi ha anche fatto il culo”? Così mi sono inventata che quando lei era sparita per la prima volta mi sono aggregata a un gruppo di ragazzi e ragazze e abbiamo fatto un po’ di casino ballando, bevendo, facendoci le canne e girando altri due o tre locali.
E quindi eccoci qui, io e Gretchen, a ritornare a passo lento verso l’ostello mentre lei mi chiede che fine abbia fatto quel “ragazzino” con cui ...