Surfin' - 6
Data: 15/10/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti
... chissà cosa debba accadere perché ci hai pomiciato o gliel'hai succhiato. Mica Pepe era il primo. Lo so, sono stronza, arida e anaffettiva, tutto quello che volete. Con lui però mi dispiaceva, non mi andava che ci restasse così male. In realtà, per come sono e per come mi sono sempre comportata, quella strana ero io, ma non me ne rendevo conto.
E qui ho fatto la prima cosa che non avrei dovuto fare: salire a cavallo delle sue gambe e mettergli le mani sulle spalle per costringerlo a guardarmi. Era proprio in loop. Ci sarò stata dieci minuti buoni a parlare, a cercare di calmarlo, ad aspettare che sfogasse il suo amor proprio nelle lacrime che gli rigavano viso ma che lui fingeva di ignorare. Gli sussurravo parole in italiano, perché in spagnolo proprio non mi veniva in mente nulla che valesse la pena di dire, ma credo che il senso fosse chiaro lo stesso.
La seconda cosa che non avrei dovuto fare è stata prendergli la faccia tra le mani e guardarlo negli occhi, dirgli di non piangere più. Come sia passata dall'asciugargli le lacrime con i baci a infilargli la lingua in bocca non saprei dire, ma comunque era una cosa che avevamo fatto poche ore prima ed è uscita così, quasi spontanea. Per un po' siamo andati avanti a baciarci e ai rari passanti saremo parsi a tutti gli effetti due ragazzi al pomicio. Le mie braccia al suo collo, le sue mani sotto la mini, ai lati delle cosce, a cercare di capirci qualcosa delle mie calze, immagino, tra le porzioni di pelle nuda e le ...
... strisce di nylon. Era una semplice limonata, nemmeno tanto furiosa, anzi. Tuttavia dopo un po’ ha iniziato a diventare qualcosa di diverso: mi sono tirata giù la zip del giubbotto e gli ho detto di toccarmi. Aveva le mani fredde e le ho sentite ancora più fredde quando le ha messe sotto la camicetta e poi ancora sotto il reggiseno. Mi ha strizzato le tette fino a farmi male, gli ho sospirato "asì me duele" ma ho ripreso subito a baciarlo. Quelle mani fredde sono passate sulle cosce, sul culo, sono ritornate sulle tette mentre le nostre lingue hanno preso a cercarsi e a intrecciarsi quasi con rabbia. Poi una mano è scesa giù, tra le gambe, ha indugiato, Pepe ha fatto un'espressione strana. Mi è venuto in mente quando un mio compagno di classe fece la stessa cosa e mi disse che sembrava che me la fossi fatta addosso. "Estoy excitada", gli ho sorriso. Che lo fosse anche lui non avevo dubbi, ma solo a quel punto mi ha infilato la mano nelle mutandine. Con foga, troppa foga. Proprio mentre gli dicevo "espera, espera" e cercavo di frenarlo, di governarlo, ha trovato il mio ingresso e mi ha infilzata con un dito. Ancora una volta mi ha fatto male, ma ancora una volta era quel tipo di dolore che accetti perché sai che immediatamente dopo c'è il piacere. Non sembravamo più due ragazzi che pomiciavano, penso, chi ci avesse visti avrebbe senz'altro capito, e anzi credo che qualcuno ci abbia proprio visti. Pepe era troppo sbroccato per farci caso, io al pensiero mi sono anche eccitata di ...