Sei amiche in videochat – 1
Data: 03/10/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... pugni. La rossa rifece la smorfia di prima, mostrando nuovamente le narici, ma dopo un attimo riprese a raccontare. – Allora… Io non potevo lasciar andare quel grosso pendolo nero bagnato della mia saliva e di latte maschile ancora un po’ in erezione senza avere la soddisfazione di averlo dentro di me. Ne ho visti molti di grossi ma… beh, quello era dannatamente enorme. Allora mi ero seduta sulla spiaggia completamente nuda, la sabbia che scricchiolava sotto il mio didietro e avevo aperto le gambe, poi gli avevo detto di avvicinarsi. Il giamaicano allora aveva accettato la mia offerta: si era tolto completamente i pantaloncini e gli infradito e si era inginocchiato davanti a me, aveva preso in mano la sua nerchia e, dopo essersi messo meglio, me l’aveva messa dentro. L’interesse nel pubblico, notò Chiara, crebbe quasi più che in occasione della descrizione del soffocotto: nessuna pronunciò una parola ma sembrarono tutte ipnotizzate dalla fastidiosa voce di Helga, la quale continuò con dovizia di particolari. – La mia bocca si stava aprendo nell’ondata di piacere allo stesso modo in cui si spalancava la mia pussy sotto la spinta della nerchia nera. Ero bagnatissima, e il mio inguine si stava inondando per la bava che strabordava dalle labbra mentre venivo riempita, ma la cappella era troppo grossa e la mia fica sembrava incapace di contenerla. Mi era sfuggito un grido di piacere mentre mi inarcavo all’indietro quando lui era entrato completamente; poi si era sporto in avanti e ...
... mi aveva afferrato le tette e aveva iniziato a uscire e a spingere, a uscire e a spingere, un’armonia che non credevo di poter mai vivere. Io stavo gemendo di piacere sentendo quel grosso pendente riempirmi, lui continuava a ripetere che ero bellissima, che lo stavo eccitando tantissimo, che era fortunato a poter amare una creatura splendida come me, il tutto accompagnato dal suono liquido dei nostri sessi che sfregavano uno dentro all’altro. “Dev’essere durato dieci o quindici minuti, poi ho avuto un orgasmo. ‘Sì, mio splendido giamaicano, riempimi tutta con il tuo latte caldo e saporito!’ l’ho implorato, poi è venuto di nuovo anche lui. A quel punto aveva lanciato un grido e si era svuotato nella mia pussy calda e bagnata. “Aveva provato a sollevarsi ma l’avevo afferrato per il didietro muscoloso e gli avevo detto che volevo fino all’ultima goccia del suo latte dentro di me. Lui aveva sorriso, poi aveva spinto di nuovo un paio di volte per soddisfarmi e mi aveva detto che sperava che nascesse un bambino bello come la madre. Helga sorrise. – Dalla quantità di sborra che mi aveva messo dentro, penso sarebbero nati almeno una dozzina di bambini – spiegò. – Lui poi si era alzato e mi aveva detto che doveva portare il pesce al mercato e poi tornare da sua moglie e dai suoi figli, ma era sicuro che non mi avrebbe mai dimenticata. “Lui aveva preso i suoi tre pesci dalla barca e si era allontanato nel bosco, io invece ero rimasta sulla spiaggia, senza la forza di rialzarmi. Il suo ...