Sei amiche in videochat – 1
Data: 03/10/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... sembravano larghe come un mio mignolo; la cappella, scura e bagnata, fuoriusciva per qualche centimetro dalla pelle: l’ho spinta indietro e tutta la punta è comparsa. Mi sono sentita tutta bagnata davanti a quello spettacolo, con il tessuto delle mutandine che si stavano attaccando alla mia pussy. “Mi sentivo stordita come se avessi avuto un’orchestra nella testa che stava accordando gli strumenti prima del concerto, un giramento mi aveva presa, mi sentivo svenire. Ma non potevo lasciarmi scappare una nerchia così armoniosa. Non ho parole per poter dire com’è stato mettermela in bocca, sentire il sapore salato della cappella: dovevo aprire le labbra completamente per riuscire a succhiarla tutta. La stavo stringendo a due mani, leccandola e contemporaneamente stavo facendo un lavoro di polso. “Il giamaicano stava ridacchiando, contento del mio splendido operato. Purtroppo, durò poco perché l’avevo eccitato talmente tanto perché… beh… – Helga indugiò improvvisamente, come colta dalla vergogna. – Dai, non fermarti! – la incitò Anna, che non aveva perso una sola sillaba durante la narrazione. Anzi, aveva chiuso gli occhi per poter assaporare meglio ogni parola, in un paio di occasioni mostrando con smorfie di piacere l’apprezzamento del racconto. – Forza, adesso che stava arrivando la parte interessante! – replicò Beatrice. Helga inspirò una volta, forse chiedendosi se proseguire. O più probabilmente, si convinse Chiara, godendosi la popolarità, sempre stata bassa nel gruppo, a ...
... cui l’aveva sbalzata la descrizione del suo incontro con il giamaicano. Dopo qualche istante, la rossa riprese per la soddisfazione del suo pubblico. – Allora, come stavo dicendo… Il tipo superdotato, che aveva apprezzato la mia bellezza e la mia capacità nel succhiare, mi aveva messo una mano sulla testa, bloccandomi. Nella bocca avevo sentito la cappella del suo pendolo vibrare come una corda di violino tesa, poi era venuto: una quantità di latte caldo si era riversata tra le mie labbra, sulla mia lingua, giù per la mia gola. Mi era venuto un attacco di tosse e avevo iniziato a rigurgitare sborra sul mio mento, che colava sulle mie tette e sulla mia pancia. “Non trovo le parole per descrivere la soddisfazione di aver avuto quella nerchia in bocca, ma non volevo certo che me la mettesse solo lì. Ho abbassato le mutandine e gli ho chiesto di scoparmi. Lui all’inizio non voleva, diceva che non aveva diritto di fare l’amore con una ragazza come me, con la mia classe e la mia bellezza e… Beatrice balzò in piedi in preda all’agitazione. – I gerani, me li stavo dimenticando! – gridò. Chiara e Arianna scoppiarono a ridere, mentre Anna, che stava ancora assaporando a occhi chiusi quello che doveva essere il sapore dello scarico di seme del giamaicano, mostrò sul volto tutto il disappunto per il trambusto che l’aveva strappata dal sogno; si rivolse a Helga celando appena nella voce il fastidio che stava provando: – Per favore, non… – cominciò, per poi trattenersi dopo aver stretto i ...