Sei amiche in videochat – 1
Data: 03/10/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... superdotato ebbe il sopravvento. Si sistemò meglio sulla sedia, bevve un sorso di una bevanda gialla con un ombrellino e dei pezzi di frutta conficcati nel bordo di vetro, poi, mentre un paio di turisti passavano alle sue spalle, ricominciò a raccontare. – Allora. Stavo camminando sulla spiaggia ascoltando il suono delle onde nella baia accanto a me, quando ho visto un ragazzo che stava portando a riva una barca piena di reti. Era alto e magro, la pelle nera con dei muscoli da fatica che mi sembravano davvero sensuali. Indossava solo un paio di pantaloncini blu e grigi rovinati ed un paio di ciabatte di plastica. Mi ha visto e mi ha sorriso. Io gli ho risposto allo stesso modo. “Allora mi sono avvicinata e ho iniziato a parlargli. Aveva una voce bassa, sensuale, melodiosa. Sembrava triste per la pessima pesca e… allora… ho pensato che magari lo potevo tirare su un po’ di morale. Ho pensato che potevo offrirgli qualcosa al bar, ma poi mi sono guardata attorno: non si sentiva voce umana oltre alla nostra, e gli unici rumori erano i pappagalli e il mare. “Allora mi sono detta che avremmo potuto divertirci entrambi e, senza dire nulla, ho messo le mani dietro al collo e ho slacciato il top del costume. Il ragazzo è rimasto ammutolito nel vedere le mie tette. Chiara trattenne una risata nell’immaginare il giamaicano che abbassava lo sguardo a terra, ma non per educazione o vergogna quanto piuttosto per vedere dove fossero rotolate le bocce che Helga non aveva mai potuto vantare. – ...
... Lui ha sgranato gli occhi e… e ha detto che sono una ragazza bellissima e che il mio ragazzo era davvero fortunato. Io gli ho detto che il mio ragazzo non era qui e che avevo voglia di scoprire se è vero quanto dicono sui giamaicani. “Allora lui mi ha sorriso e si è abbassato i pantaloncini. Beh, ascoltate quello che vi dico: le voci a riguardo la lunghezza del pendolo che hanno tra le gambe da queste parti non rendono idea della realtà. Io ero senza parole, e ne ho visti di superdotati. Chiara non poté fare a meno di sorridere quando vide, nel suo rettangolo, Beatrice allontanare sempre più le mani come un pescatore intento a illustrare a gesti la dimensione del leggendario luccio che aveva preso all’amo ma che, curiosamente, non c’era stato nessuno a vederlo e la fotocamera del telefonino era andata in ferie, annuendo soddisfatta ma lasciando intendere che stava prendendo in giro la loro conoscente. Anche Cecilia la vide, ponendo una mano davanti alle labbra per occultare una risatina. Ignorando quanto stavano pensando le sue uditrici, Helga continuava con la sua storia. – Mi sono inginocchiata davanti a lui e sembrava che le onde stavano implorandomi di succhiarlo e gli uccelli cantare ad un volume ancora maggiore, come eccitati all’idea di cosa stavo per fare. Non me lo sono fatta dire due volte: non era ancora in erezione e pendeva molle tra le gambe, ma l’ho preso con una mano e l’ho sollevato davanti alla mia bocca. Era nero e grosso, le vene che passavano sulla pelle ...