1. Questo sono io - 5. ho rovinato tutto


    Data: 16/03/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69

    ... corsero dentro con il fiatone. “Gli sbirri sono qui!” Esultò l’ubriaco, eccitato.
    
    Il mio aguzzino raddrizzò la schiena sorpreso. “È già arrivato?”
    
    “C’è un maledetto esercito qui fuori!” Gridò il più sveglio dei due. “Dobbiamo andarcene subito!”
    
    Ferro mi guardò con una nuova luce negli occhi. “Chi sei tu?”
    
    Non avevo nessuna intenzione di rispondere e gli altri due lo trascinarono via prima che potesse costringermi. Continuò a guardarsi indietro mentre correva via.
    
    “Ci rivedremo, Leonardo.” Disse dileguandosi nel buio. La sua era senza ombra di dubbio una minaccia.
    
    “Leo! Leo!”
    
    Pochi secondi dopo sentii gridare il mio nome.
    
    Ero ancora senza fiato. “Sono qui.” Provai a farmi sentire, ma era poco più di un sospiro. L’ultima occhiata che mi aveva rivolto Ferro era impressa a fuoco nella mia mente. Un odio primordiale.
    
    “Leo! L’ho trovato!” Gridò Marco correndo verso di me. “Sei ferito?” Percepivo l’angoscia nella sua voce.
    
    “Non mi ha nemmeno sfiorato, sto bene!” Volevo solo calmarlo.
    
    “Stai sanguinando!”
    
    Lo guardai sorpreso e in quel momento sentii la pelle bruciare sotto l’orecchio sinistro. “Oh, io…” Non me ne ero nemmeno accorto. “È solo un graffio.”
    
    “È finita…” Disse Claudio, correndo verso di noi.
    
    “Li avete presi?” Marco era furioso mentre tagliava le corde che mi tenevano ancora legato alla sedia.
    
    “Ne abbiamo due in custodia, ma uno è riuscito a scappare.”
    
    Era accaduto tutto come in un sogno. Solo quando mi fecero sedere sul ...
    ... retro dell’ambulanza iniziai davvero a rendermi conto del pericolo che avevo corso. Una dottoressa si avvicinò per controllare le mie condizioni e medicarmi la ferita sotto l’orecchio.
    
    Marco e Claudio discutevano a voce alta fuori dall’ambulanza. Marco era ancora in preda alla furia e continuava a gridare contro il collega più giovane.
    
    Avevo appena scoperto che erano passate solo poche ore da quando ero stato tramortito e portato via, le telecamere del palazzo avevano ripreso tutte le fasi del rapimento. Nel mio stato di semi coscienza mi era sembrato che fossero passati giorni.
    
    “Non è niente, davvero, è solo un graffio. Non è necessario portarmi in ospedale.” Cercai di convincere la dottoressa. “Voglio solo tornare a casa.”
    
    “Invece sì.” Marco aveva smesso di prendersela con Claudio e si era sporto dentro il vano dell’ambulanza. “Sta arrivando tuo padre, è già in viaggio e sarà in città al massimo entro un paio d’ore.”
    
    Girai di scatto la testa nella sua direzione, sconvolto, e subito me ne pentii quando una fitta mi fece sobbalzare. “No! Perché l’hai fatto?”
    
    Le cose non potevano andare peggio di così, la presenza di mio padre avrebbe solamente causato altri problemi.
    
    Marco mi guardò sconsolato. “È stato il mio capo a chiamarlo, appena ha saputo che eri stato rapito.” C’era anche qualcos’altro nella sua voce. Sembrava preoccupato.
    
    “Non è stata colpa tua.” Dissi d’impeto. “Non potevi prevedere qualcosa di simile. La responsabilità è solo mia.”
    
    Marco ...
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