Questo sono io - 5. ho rovinato tutto
Data: 16/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
... errore, è vero, sono solo uno studente, se mi lasci andare non sporgerò nemmeno denuncia, è stato solo un malinteso…”
“Non credo.” Mi interruppe di nuovo.
Si fermò a pochi passi da me, restando in ombra dal petto in su. Non riuscivo a distinguere i particolari del suo viso, ma potevo dire che era alto. Più di me, forse anche più di Marco, e altrettanto ben piazzato. Indossava scarpe da ginnastica bianche, lucidissime e dall’aspetto costoso. I pantaloni della tuta e una maglietta bianca a maniche corte, nonostante la temperatura fosse proibitiva. La maglia gli fasciava i solidi muscoli del petto e delle braccia come una seconda pelle.
Doveva aver letto la confusione sul mio viso e per un momento mi sembrò di sentirlo ridacchiare. “Mio bel Leonardo, non essere sciocco, puoi comunque essermi molto utile.”
Merda, cosa intendeva? Sapeva di mio padre? Allora era davvero un sequestro. I pensieri si affollavano nella mia testa, dovevo andarmene subito. “Io non…”
“Voglio sapere del ragazzo del parco.” Disse all’improvviso. “Marco.”
Quel nome mi lasciò sbalordito e mi immobilizzai, senza parole. Come faceva a sapere anche di Marco? Avevo pronunciato il suo nome mentre ero svenuto? Fu come se mi avesse colpito un fulmine. Nello stesso momento il mio carceriere fece un passo avanti, uscendo dall’ombra. Aveva un bel viso e mi stava sorridendo, ma il suo sorriso non era vero. Il suo sguardo vuoto mi fece rabbrividire fino alle ossa.
“No.” Risposi troppo in fretta. ...
... “Non so di cosa parli… quale parco?”
All’improvviso realizzai che quelli erano i ragazzi che avevo intenzione di affrontare al parco giochi abbandonato. Sapevo che mi avevano visto e avevano anche assistito alla scenata con Marco. Poi dovevano averci seguiti fino a casa.
“Lui e quell’altro sono poliziotti.” Disse Ferro, interrompendo il filo dei miei pensieri. Non me lo stava chiedendo. “Ne ho sentito la puzza.”
Parlava come se discutessimo del tempo e la sua calma mi terrorizzava.
“L’unica cosa che non capisco è cosa ci facessi tu laggiù, così lontano da casa.” Il suo sguardo si illuminò solo per un secondo. “Adesso però sei qui con me, quindi dimmi…”
Merda! Dovevo stare attento e pensare in fretta, poteva finire molto male. Se c’era una cosa che avevo capito di quel ragazzo ambiguo era che non aveva scrupoli. “Hai ragione, sono venuto al parco giochi. Volevo comprare della droga.”
Era una scusa che avevo già usato, ma non avevo tempo di inventarne una migliore in quella situazione. Comunque, che altro motivo potevo avere di andare lì per quello che ne sapeva?
“Quei due… sbirri, mi hanno fermato e fatto una ramanzina. Poi mi hanno riaccompagnato a casa…” Gli spiegai, cercando di sembrare convincente. Dopotutto, quella parte era vera.
Ferro strinse gli occhi, inchiodandomi con lo sguardo. “Non sei un tossico.”
“Era la prima volta…” Provai ad aggiustare il tiro.
“Non… mentirmi!” Mi interruppe di nuovo, alzando leggermente la voce.
Non volevo farlo ...