Questo sono io - 5. ho rovinato tutto
Data: 16/03/2018,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: FinnTanner, Fonte: Annunci69
... non riuscivo a muovermi. “Mi dispiace!”
“Sei uno stupido, Leo.”
Quella voce. Marco? Cosa ci faceva nella mia vecchia scuola? Mi stava scoppiando la testa. Aveva sentito tutto anche lui?
“Sei solo un ragazzino viziato e immaturo, non vale la pena perdere ancora tempo con te!” Disse con disprezzo, la sua voce arrivava da ogni direzione.
No. No. No. “Non è come pensi… aspetta!” Gridai, ma non c’era più nessuno. Ero rimasto solo e stavo sprofondando, la testa mi faceva sempre più male. Un peso sul petto mi spingeva sempre più in basso e non avevo la forza per tirarmi fuori.
“Sta delirando. L’hai colpito troppo forte, idiota!”
“Che cazzo stai dicendo? Chi sarebbe l’idiota?”
“Sta zitto! Si sta svegliando…”
Era buio e stavo gelando, il cuore mi rimbombava nelle orecchie e le immagini di quei ricordi dolorosi mi turbinavano ancora nella mente. Non riuscivo a distinguere passato e presente.
Provai a portarmi le mani alla testa per alleviare il dolore, ma mi accorsi di avere le gambe e le braccia legate.
“Buongiorno, bello addormentato.”
Sobbalzai quando mi resi conto che c’era qualcuno accanto a me. Aveva la voce impastata, come se fosse ubriaco.
“Levati!” Gli intimò qualcun altro, alle sue spalle.
“Che cazzo ci facevi nella nostra zona?” Mi gridò in faccia il secondo arrivato.
Di cosa stavano parlando? Volevano rapinarmi? “Ho dei soldi nella giacca…”
“Non ce ne facciamo un cazzo dei tuoi soldi, sbirro di merda!” Sbottò il ragazzo che ...
... sembrava ubriaco.
Rimasi ammutolito. Perché pensavano che fossi… un poliziotto. All’improvviso, l’immagine di un viso lampeggiò tra i miei ricordi. Era il ragazzo che stava creando problemi nel negozio vicino a casa. Quella era la sua voce. Allora era stato lui a portarmi lì? “Io non sono un…”
“Andate a fare un giro.” Disse una terza voce, più lontana, interrompendoci.
Quanti erano? Cosa stava succedendo?
“Ma-” Provò a protestare l’ubriaco.
“Ho detto, fuori.” Il terzo non alzò nemmeno la voce, ma c’era qualcosa nel suo tono e gli altri due ragazzi scapparono via senza aggiungere altro.
“Leonardo Valeri.” Disse quando gli altri due uscirono sbattendo la porta. “Posso chiamarti Leonardo?”
Conosceva il mio nome? Dal modo in cui gli altri due avevano reagito, doveva essere lui a comandare tra loro. Una serie di domande si fecero strada nella foschia che mi annebbiava il cervello. Perché pensavano che fossi un poliziotto? Non volevano soldi, ma allora perché mi avevano rapito e poi legato al buio? All’improvviso, un pensiero agghiacciante mi fece irrigidire. Si trattava di un sequestro?
“Chi siete? Cosa… cosa volete?” Chiesi agitato.
“Non temere.” Il nuovo arrivato iniziò ad avvicinarsi con calma. “Ho letto il nome sulla tessera dell’università che avevi in tasca. Io sono Ferro, è un vero piacere conoscerti.”
Dovevo trovare il modo di andarmene il più presto possibile, il suo tono forzatamente misurato mi metteva i brividi. “Sono sicuro che ci sia stato un ...