1. Il difficile percorso di deborah 2


    Data: 29/08/2019, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... pantaloni e mutande e sparì da dove era venuto; andai sul bidet posto nell’angolo e mi lavai accuratamente cercando di espellere tutta la sborra che mi aveva scaricato dentro; ormai mi muovevo come un burattino senza fili, quasi per automatismi imposti; ebbi appena il tempo di asciugarmi che la porta si aprì ed entrò il secondo dei ragazzi che avevo indicato a Cesira; in altre situazioni sarebbe stato un cazzo da godermi con gioia e a lungo.
    
    Invece il copione si ripeté identico in tutto, anche nei piccoli gesti e in poco più di dieci minuti mi trovai a lavarmi la figa dalla sborra di quest’ultimo, mentre lui spariva dalla porta secondaria; fortunatamente avevo indossato la maschera che mi avevano proposto e potei piangere senza che le lacrime si vedessero; entrarono dalla porta principale i miei aguzzini, Cesira e Franco, con mio marito, forse vittima più di me che aguzzino vero.
    
    Lei si congratulò per avere soddisfatto ampiamente i miei clienti; Franco mi comunicò che da quel momento quella era l’abitazione che mi aveva promesso; ci avrei vissuto in pianta stabile, scopando per otto ore al giorno, come una normale operaia; se mi andava bene, potevo cavarmela con un paio di scopate lunghe con due o tre clienti; se mi andava male, ne arrivavano fino a venti della portata di quelle che avevo appena fatte.
    
    Mi precisò che mi era proibito uscire dalla villa e dal parco senza preventiva autorizzazione di Cesira o sua; la trasgressione esponeva alla punizione che ...
    ... conoscevo; avrei potuto disporre di tutto quel che c’era e, se mi fossi comportata bene, potevo sperare anche in qualche gratifica; accoglievo le stilettate come la debita punizione alle mie colpe e mi ero quasi rassegnata alla morte civile.
    
    Gianni mi chiese se adesso ritenevo di poter firmare quell’istanza; gli risposi che il certificato di matrimonio era l’ultimo legame che avevo con una vita normale, dopo la condanna all’ergastolo che mi stava comminando insieme al suo amico e alla sua complice; lui dovette intercedere presso il protettore perché non desse peso alle ultime frasi dettate dalla frustrazione; mi offendeva sentirmi difendere da lui, ma non ero in condizione di poter contestare; mi morsi la lingua e tacqui.
    
    Mio marito mi precisò che avevo già rinunciato al lavoro; da quella sera non sarei più stata a casa; la voce si era già sparsa, in fabbrica, che me n’ero andata a prostituirmi contro di lui; qualunque giudice, dopo qualche giorno di assenza, gli avrebbe concesso la separazione per conclamato abbandono del tetto coniugale; rifiutandomi di risolvere pacificamente la vertenza, mi esponevo ad altri guai anche familiari; lo mandai al diavolo
    
    In un ultimo momento di stupida debolezza, chiesi quanto tempo sarebbe durata quella mia segregazione; Franco mi rise beffardamente in faccia; finché la mia figa avesse retto, lui l’avrebbe sfruttata; quando fosse diventata inservibile, mi avrebbe spedita a fare pompini ai camionisti; dal suo dominio si usciva solo da morti; ...
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