Il difficile percorso di deborah 2
Data: 29/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... primo istante, ebbi la sensazione che ci fossero novità grosse e non piacevoli.
Senza parlare troppo se non con frasi scontate, surreali e banali sul tempo e sul panorama, ci fece montare in macchina, prese la statale e andò a fermarsi in un’area di sosta al limite del bosco; in mezzo alla radura una bella ragazza bruna, semivestita, era legata ad un albero e circondata da uomini che brandivano scudisci, i terribili nerbi di bue capaci di strappare la carne dal corpo e di uccidere una persona in trenta sferzate; ne parlavano spesso i bulli di fabbrica.
Vidi lo scudiscio abbattersi la prima volta sul corpo diafano e il sangue sgorgare dalla lacerazione, la poveretta si contorceva tutta ma non era in condizione di urlare perché uno strano bavaglio le bloccava e deformava terribilmente la bocca.
“Vedi, ragazza, Linda era una puttana della mia scuderia, si è rifiutata di obbedire ad un mio ordine; Nicola, quello che comanda il gruppo, lo vedi?, le sta dando la punizione a cui assisti; sappi che chi si rivolta contro di me fa quella fine.”
“Gianni, e tu non fai niente per intervenire?”
“Che dovrei fare, sapientona?”
“Chiama la polizia, per esempio.”
“Puttana, ricordati che chi parla con la polizia è una spia e subisce una fine assai peggiore di quella; se tuo marito vuole fare l’eroe, sarai puttana e vedova, semplicemente; o forse ti farò ammazzare con lui perché già mi ha rotto abbastanza con le tue chiacchiere.”
Vidi la faccia terrea di mio marito e ...
... capii che in quel momento temeva per se, ma soprattutto per me e per quello che potevo scatenare ribellandomi; forse mi avrebbero massacrata sotto i suoi occhi; non volevo morire e stetti zitta.
“Adesso cosa vuoi fare di me?”
“Ti avevo promesso che mi sarei occupato di te e saresti stata al sicuro; andiamo in un posto che sarà la tua prossima dimora, visto che la casa di tuo marito ti fa schifo; lavorerai per me e, da quello che so, ti divertirai anche. Gianni, vieni o resti qui?”
“Ho bevuto il calice; sarebbe stupido lasciare l’ultimo sorso; vengo con voi, almeno per sapere.”
Stavo piangendo ma non singhiozzavo, perche le lacrime di un femminuccia avrebbe certamente imbestialito il mio protettore, quello che era in realtà anche se lo capivo troppo tardi; guardai verso Gianni, ma il suo viso mi disse che stava soffrendo come me; lui mi aveva presentato un amico perché gli avevo chiesto cazzi per scopare; ora sapeva che mi aveva consegnato a un carnefice ma non poteva più ritirarsi a rischio della sua e della mia vita.
Arrivammo ad una costruzione isolata nel bosco, poco distante dalla statale; era un edificio assai elegante e ben tenuto, con parco e giardino; Franco doveva essere il padrone visto che aprì con telecomando e le guardie sparse nel parco lo salutarono deferenti; salimmo una scala elegante e fummo ad una sorta di reception ove ci aspettava una signora in carne che salutò lui con la deferenza del subalterno al capo.
“Ciao, Cesira; eccoci qua … ...