Il difficile percorso di deborah 2
Data: 29/08/2019,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... mattino, il sole si affaccia nel cielo; si lava, si riveste e va via alla chetichella; finalmente, distrutta, crollo addormentata.
Mi sveglio che è pomeriggio; mi ficco sotto la doccia per riprendermi un poco e solo mentre mi siedo al tavolo di cucina, per bere i residui freddi del caffè che mio marito evidentemente ha preparato al mattino, comincio a riflettere sulla mia situazione che si fa davvero delicata e forse pericolosa; decido che devo parlare chiaramente con Franco per capire che cosa sta succedendo; lo chiamo e gli chiedo di vederci al bar come al solito.
Mi chiede se sono contenta dell’incontro che mi ha procurato; ribatto domandandogli se è vero che pagano per scoparmi; mi guarda con l’aria irridente di chi parla ad un mongoloide.
“Credevi davvero che impegnassi energie, amicizie, telefonate, la mia villa, solo per accontentare i pruriti di figa di una troia che ha le sue convinzioni sballate e vuole offendere un mio amico? Solo un bambina deficiente e capricciosa poteva pensare che tutti fossimo al servizio della sua libidine da ninfomane; davvero credevi che facessi tutto solo per te? La realtà è che sei una puttana della mia scuderia.
Ti avevo ben detto che, se volevi, potevo mantenerti io e tu avresti scopato per me, non solo per la tua stupida convinzione che Gianni fosse addirittura un pederasta; adesso ti consiglio di licenziarti da un lavoro che ti produce poche centinaia di euro al mese; avrai più tempo per grattarti tutti i pruriti di figa ...
... ed essere utile al mio lavoro; presto ti troverò io una sistemazione e cancellerai tutti i tuoi problemi, anche un matrimonio che non ti interessa più se non per la tigna imbecille che ti rode.”
Lo ascoltavo inebetita; ma un pensiero fisso come un tarlo, da qualche parte del cervello, continuava a dirmi che mio marito era un omosessuale nascosto e che le mie corna lo avrebbero costretto ad uscire allo scoperto; l’idea di licenziarmi e di farmi mantenere, in fondo, mi allettava perché mi dava più tempo e mi consentiva di uscire dal clima di riprovazione che si era stabilito in fabbrica; decisi di seguire il consiglio e di presentare le dimissioni il lunedì successivo stesso.
Alla domanda di Franco se volevo un appuntamento per quel fine settimana, risposi che mi ero troppo logorata con l’ultimo cliente, stavolta usando disinvoltamente il termine, e che preferivo prendermi un paio di giorni di riposo; concordammo per il lunedì, quando iniziavo il turno di mattina ed avrei avuto il pomeriggio e la sera liberi; la notte volevo riposare; mi chiese se pensavo a due incontri, pomeriggio e sera; accettai volentieri.
Il lunedì mattina, in fabbrica, parlai a lungo con una rappresentante sindacale per farmi guidare nel procedimento di licenziamento; mi guardò stralunata e mi urlò che ero pazza a licenziarmi in un periodo di grande difficoltà a trovare un lavoro e alla vigilia della scadenza del contratto da apprendista per passare operaia, come stavano sforzandosi di ottenere ...