Grazie Mimmo
Data: 14/08/2019,
Categorie:
Erotici Racconti,
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Tradimenti
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... desistere. Un istante dopo, Mimmo la afferrò per le tempie e cominciò a muoverle la testa avanti e indietro, insultandola. – Lo spompini tuo marito, puttana? Quel cazzetto lo senti quando ce l’hai nella tua sporca boccaccia?
Cecilia non riusciva a rispondere, sia per la minchia che la riempiva completamente, sia per la puzza che l’aggrediva, stordita per il movimento del suo capo. Le sembrava di aver messo il naso in un culo.
– Questo però lo senti, vero? Non hai mai visto un cazzo così grosso e non puoi più farne a meno, eh, troia? – esclamò Mimmo, continuando a fotterle la bocca.
Nemmeno metà del cazzo la penetrava, notò la donna, aprendo per un attimo gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime. Si chiese cosa sarebbe successo se glielo avesse messo tutto dentro…
Non ci volle molto a scoprirlo: improvvisamente Mimmo, dopo alcuni minuti a muovere avanti e indietro la testa di Cecilia, la spinse solo in avanti. La donna sbarrò gli occhi, sentendo il cazzo sprofondarle nella gola e nell’esofago, bloccandole il fiato. Per un istante venne presa dal terrore che Mimmo volesse soffocarla, ucciderla… poi si rese conto che la cosa si prospettava anche peggiore: come due dita infilate in gola, il cazzo le indusse il vomito. Cecilia si trattenne, o almeno ci provò. Se l’uomo avesse tolto la nerchia dalla sua gola avrebbe ancora potuto…
Il cazzo uscì dalla bocca di Cecilia, ma non abbastanza in fretta. La donna fu scossa da forti tremori mentre una parte del latte ...
... appena bevuto e del pranzo di alcune ore prima proruppero dalla sua bocca, esplodendo in un getto scoordinato e riversandosi sul pancione dell’uomo, sul suo cazzo, imbrattando la faccia di Cecilia e la giacca grigia, cadendo sul pavimento e formando una pozza bianca di cibo semi digerito.
Stordita e confusa, con la testa che le vorticava, disgustata e degradata come mai prima di allora, Cecilia, gli occhi chiusi, le membra che sembravano essere state strizzate da una massaia alle prese con un panno uscito da una fontana, cadde all’indietro, cercando di trascinarsi lontana, alla cieca.
Come cazzo aveva fatto a mettersi in una situazione simile, si domandò.
Ma a Mimmo non importava affatto cosa stesse pensando quella donnetta: le strappò un grido afferrandola per i capelli e sollevandola nuovamente in ginocchio, le strinse il naso costringendola ad aprire di nuovo la bocca e, nelle labbra sporche di vomito, le conficcò di nuovo il mostruoso cazzo. – Questo tuo maritino non te lo fa, vero? Pensa che sei una donna per bene, vero? Ma anche tu, che ti consideri una puttana, non lo faresti mai, giusto? Ho un figlio, pensi, non posso mica vomitare addosso al mio maritino.
Cecilia si contorse, cercando di sfuggire a quel mostro, ma lui era troppo forte. Il suo cazzo scopava senza fatica la sua bocca, e la trattava come una lurida bambola gonfiabile.
Una ventina di colpi ancora, e lui venne. Ma non si limitò a sborrarle in bocca, no: le piantò di nuovo la cappella in fondo ...