L’ira dei buoni 1
Data: 12/03/2018,
Categorie:
Etero
Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69
... della lunghezza; era come essere penetrata da un fallo lungo e largo il doppio del suo; gli scaricai sul pube una fontana di umori che mi sgorgavano senza interruzione dalla vagina; mi afferrò a due mani i seni, li pastrugnò con violenza e mi stritolò i capezzoli tra pollici ed indici; anche quel dolore era fonte di goduria; eiaculò con me, grugnendo come un maiale.
Ci spostammo verso la camera mentre lungo le cosce sentivo scorrere lo sperma che mi aveva scaricato nell’utero; nel percorso, mi liberai dei vestiti ed arrivai al letto completamente nuda; mi spinse supina sul letto e piombò sul mio pube; mi succhiò selvaggiamente, come era uso fare, e grufolò su tutto il sesso dal monte di venere all’ano; mi alzò le gambe al cielo, attirò verso di se il busto e infilò la mazza nell’ano direttamente, senza preparazione.
Mi sentii squartare ed urlai di dolore; ma, dopo un attimo, stavo stringendolo per i fianchi e stavo incitandolo a sfondarmi tutta, fino alla fine ; la mazza che entrava nell’intestino mi scuoteva tutta e mi faceva godere infinitamente; non smettevo di sprizzare umori e di inondarlo; non sapevo se fosse amore, ma era certamente tanta passione, quella che ci animava; mi passò per un attimo per la mente il desiderio di mandare al diavolo Carlo e di vivere la mia vita con Francesco.
Passammo a letto la serata fin verso l’alba e mi feci possedere in tutti i modi, i tutti i buchi, per tutto il tempo che volle; mi lasciai massacrare dai suoi desideri spesso ...
... disumani e sperimentai le aberrazioni peggiori del sesso; poco dopo le cinque, ridotta una straccio, incapace persino di camminare diritta, mi feci accompagnare a casa; di Carlo, nemmeno l’ombra, per mia fortuna; però la cameretta non era chiusa, il letto non era disfatto e gli armadi erano vuoti.
Non ci capivo, ma non ero in grado di connettere; piombai sul letto in una mare di sperma, di sudori, di puzza indecente di corpi e di sesso; ingoiai qualche sedativo e piombai nel sonno; mi svegliai che mezzogiorno era passato da un po’; dalla casa, nessun rumore; mi aggirai per gli ambienti come uno zombie e trovai la cucina fredda e perfettamente in ordine, lo stesso valeva per servizi, camera degli ospiti e cameretta studio; mio marito non passava da quella casa almeno da un giorno.
Mi ficcai sotto la doccia e la sferzata d’acqua gelida mi diede la prima scossa a svegliarmi, non sapevo più se dal sonno o dall’incubo di una casa di fantasmi in cui ero capitata chissà come; cercai di dare ordine alle idee; ma ne avevo poche, come sempre, senza il mio uomo a fianco; cercai di chiamarlo al cellulare ma rispose la segreteria telefonica; tempestai di telefonate amici, parenti e familiari stretti; esitavo a telefonare all’ospedale per paura di una notizia ferale.
Non avevo altri a cui rivolgermi; a questo punto decisi di chiedere all’ultima persona che avrei voluto coinvolgere, Rosanna, sorella di mio marito che mi aveva sempre visto come il fumo negli occhi e non aveva mai ...