1. L’ira dei buoni 1


    Data: 12/03/2018, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Avevo sempre saputo che Carlo, nella cerchia degli amici che si trovavano puntualmente al solito lido, d’estate, era quello che ce l’aveva più piccolo; nei giochini adolescenziali, li avevo assaporati un po’ tutti e mi rendevo conto perfettamente che era del tutto inadeguato rispetto alle mazze che i suoi amici usavano quasi con violenza, per affermare la mascolinità; riuscivo però a godere molto perché aveva tante altre abilità che i suoi amici neppure pensavano di mettere in pratica.
    
    Passeggiare con Carlo sulla battigia di sera, fermarsi a baciarsi più volte stringendosi e sentendolo quasi fin dentro il corpo era meraviglioso e compensava largamente le botte violente che gli altri davano per far sentire la mascolinità contro il pube, quasi sempre da sopra costumi e copricostume; quando prendevo in bocca il sesso, avevo la precisa coscienza di ingoiarlo con gioia fino ai peli del pube e di giocarci fino a sentire gli spruzzi di sperma sulla gola.
    
    Per converso, quando si impossessava dei capezzoli, era capace di provocarmi brividi da infarto e mi faceva godere tanto che, alla fine, quando lui concludeva, io ero già ampiamente sazia dell’amore ricevuto; le sessioni di leccate, titillamenti e carezze sia della vulva che del seno avevano tempi infiniti perché lui non si stancava mai di accarezzare, leccare, succhiare, mordicchiare e strappare scosse di piacere da tutto il corpo
    
    Valeva anche per le masturbazioni che ci praticavamo reciprocamente; il sesso che si ...
    ... gonfiava nella mano me la riempiva abbondantemente e mi piaceva scappellarlo a lungo finché esplodeva in ricche eiaculazioni; quando gli concessi il didietro, non avvertii molto dolore e fui felice di sentirlo impossessarsi del retto per goderci in un sapido e delicato andirivieni senza fastidi; non gli concessi la vagina perché volli mantenere la verginità, come avevo promesso a mia madre, fino al matrimonio.
    
    Quando era lui che mi manipolava, perdevo davvero il senso del tempo e dello spazio, mi sentivo viva solo sul clitoride che lui trattava con estremo amore e con la più grande abilità; anche quando mi violò analmente, fece precedere la penetrazione da una lunghissima seduta di leccate e di titillamenti dell’ano sicché, alla fine, il gel usato per facilitare il passaggio dell’asta attraverso lo sfintere, risultò quasi superfluo.
    
    Avevo diciassette anni quando cominciai la mia storia d’amore con Carlo; lui ne aveva già venti e lavorava in fabbrica da due anni, mentre frequentava l’università per laurearsi in ingegneria; passarono cinque anni di ‘giochini sessuali’; poi decidemmo che fosse il caso di pensare al matrimonio, rinunciando alle mie velleità di concludere l’università, visto lo scarso impegno e i modesti risultati che ottenevo; la posizione di Carlo mi garantiva comunque una vita agiata.
    
    Già dalla luna di miele qualche disagio lo avvertii; avevo sentito dalle amiche di sensazioni straordinarie quando la mazza riempiva la vagina e sbatteva con violenza contro ...
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