1. L’ira dei buoni 1


    Data: 12/03/2018, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... una voglia repressa per anni; anziché ritrarmi, mi appoggiai con tutta la schiena al corpo muscoloso e un calore intenso mi montò dalla vulva a tutto il corpo.
    
    Mi disse di chiamarsi Francesco e di essere un operaio alle dirette dipendenze di mio marito per il quale nutriva un astio malcelato; intesi che mi era complice anche in questo sentimento di rancore e che forse ci univa il desiderio di umiliare il ‘capo’; fu quasi naturale spostarci in una sala vuota, deposito di mobilio vario; intesi subito che era giunto il momento della grande prova; avrei tradito mio marito; poi avrei deciso se essere leale come lui reclamava o fargli fino in fondo le corna e tacere.
    
    Lui chiuse a chiave la porta alle mie spalle e mi chiuse in un abbraccio che trovai immenso, avvolgente, possessivo come piaceva e me; la sua bocca divorava la mia; la lingua esplorava da dominatrice tutta la bocca e mi stimolava libidinosa salivazione; le mani si muovevano sul mio corpo impossessandosene con violenza e mi premevano impastando tutte le parti sporgenti, dalle natiche ai seni fino alla vulva che afferrò a piene mani facendomi anche male.
    
    Gemevo e godevo come non avevo mai fatto in anni di sesso e matrimonio; per la prima volta mi sentivo sbattuta da un maschio che mi dominava, anziché carezzata da un mezzo effeminato, con un pisello da ragazzo, se lo confrontavo con la bestia che mi premeva tra le cosce, per il momento ancora al di qua del vestito e dell’intimo; non aspettavo altro ormai che di ...
    ... sentire a pelle quel bastone di carne; ero decisamente fuori di me.
    
    Mi premette sulle spalle e mi costrinse ad abbassarmi finché il viso fu al’altezza della patta; aprii la cerniera, tirai giù pantalone e boxer e il mostro mi esplose in faccia; lo presi a due mani; era almeno una volta e mezza quello di mio marito ed io finalmente stringevo tra le mani una mazza capace di farmi urlare; lo carezzai a lungo e lo masturbai con tutta la delicatezza; mi impose un ritmo più rapido e forte; spinse la cappella verso la bocca.
    
    Non mi diede l’agio dei giochini di leccata e masturbazione che deliziavano Carlo e me; mi spinse la bestia fino all’ugola e dovetti respingerlo per non soffocare; pensai tra me che col tempo mi sarei abituata a godermelo in tutta la possanza; neppure badai che già mi proponevo non un errore o una trasgressione ma una storia di corna; ormai ero fuori della grazia di dio e quella mazza identificava tutto il mio desiderio di vita diversa da quella che mi aveva regalato mio marito.
    
    Nemmeno per un attimo mi sfiorò il dubbio che, perdendo il marito, avrei dato addio alla vita di agi che mi aveva offerto e consentito; neppure mi sorse il dubbio che l’ombra che avevo intravisto dietro la finestra potesse essere un fedelissimo di Carlo, che poteva essere già stato informato in tempo reale; il mio mondo, in quel momento, era quella mazza da usare per godere; purtroppo per me, l’ombra era della segretaria personale di Carlo.
    
    Da anni innamorata di lui, mi aveva ...
«1234...10»