1. L’ira dei buoni 1


    Data: 12/03/2018, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... pedinato, aveva colto il momento e mi aveva fotografato addirittura col sesso in bocca; la mia imbecillità si aggravò ancor più quando, incontrandomi poi in sala, mi mostrò la foto e mi raccomandò attenzione e prudenza; le alzai il medio, in risposta; non feci commenti ma avrei imparato a mie spese quale possa essere la forza dell’ira dei buoni, sia di lei che di Carlo.
    
    Intanto, mi godevo il mio improvvisato amante e mi lasciavo andare al piacere di farmi dominare; mi aveva sfilato il sesso dalla bocca, prima di eiaculare, e mi aveva fatto alzare in piedi; mi arrotolò la gonna sui fianchi, mi spinse contro una scrivania e mi ci sdraiò supina, mi sfilò lo slip e sollevò le cosce oscenamente in alto; la mia vulva era sconciamente spalancata davanti ai suoi occhi.
    
    Si fiondò sul pube e cominciò a mordere, leccare, accarezzare lussuriosamente e disordinatamente grandi e piccole labbra, senza la dolce progressione che mio marito metteva nel cunnilinguo; ero travolta dalla successione scomposta e veloce delle emozioni che dita, lingua e denti mi provocavano; mi sentivo presa in maniera nuova e stravolgente; non c’era niente di corretto, di meditato, in quello che faceva; nessun metodo, solo violenza.
    
    Forse era proprio questo che mi irretiva e mi trascinava nel gorgo della sua passione animalesca; quando mi azzannò il clitoride, dovetti mordermi una mano per non urlare; capì di avere esagerato ed accennò qualche scusa; ma ero irrefrenabile e neppure quel segnale mi mise ...
    ... sull’avviso circa la violenza a cui mi esponevo in piena coscienza; volevo solo essere sbattuta, penetrata e violentata dappertutto, specialmente dove Carlo passeggiava senza problemi col suo pisellino inutile, in vagina e nel retto.
    
    Mi accontentò presto; sollevò la testa dal ventre, mi fece scivolare più al centro della scrivania, montò su, in ginocchio tra le mie cosce spalancate, e mi penetrò di botto, in un sol colpo; intuito che dovevo essere quasi vergine, aveva preventivamente provveduto a tapparmi la bocca con un bacio cannibalesco che mi aveva super eccitata e che assorbì facilmente l’urlo ferino che avevo lanciato per il dolore.
    
    Mi cavalcò selvaggiamente per qualche minuto; ebbi almeno tre grossi orgasmi in rapida successione; finalmente esplose nell’utero una lunghissima eiaculazione; non si era neppure preoccupato di chiedermi se ero protetta, per buona sorte, prendevo da tempo la pillola; si abbatté su di me grugnendo come un maiale e fui tentata di spostarlo a viva forza; ma sarebbe stato impossibile e, in fondo avevo goduto più di lui.
    
    Ci rilassammo per qualche minuto; non c’era un bagno e non avevo fazzolettini con me; aspettai che la vagina assorbisse lo sperma che mi aveva inondato l’utero; non mi rese lo slip che mi aveva sfilato e si era messo in tasca; fui costretta a rientrare con la coscienza di avere la vulva al vento, con in più il rischio che lo sperma ricevuto e che ancora conservavo nell’utero potesse gocciolare fuori in maniera sconveniente, ...
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