1. La Caduta. Dell’inferno di Eria e del proseguire della caccia.


    Data: 03/08/2019, Categorie: Sensazioni Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... della sua fama per non poter essere attaccato e della protezione di pochi, occulti alleati per non farsela sottrarre! C’era un motivo tuttavia per volere quella lama, e non era solo per il suo essere una reliquia. C’era ben altro! -La riavrò.-, sussurrò al vento notturno. Si volse verso la città. Avanzò. Prese una torcia. La popolazione era nei templi. Erano pochi. Un villaggio di così poche anime… Eria osservò le porte del tempio di Yneas. Era convenzione rifugiarsi tra le mura dedicate al Dio dei Morti, affinché la falce della fine non toccasse coloro che qui trovavano rifugio. E se fosse stata una guerra, tale convenzione sarebbe stata onorata. Aprì le porte. -Ti prego…-, mormorò un sacerdote. Era un vecchio. Dietro di lui, dentro il tempio, c’erano gli altri. Donne e bambini, anziani, giovani, feriti e storpi. Una stirpe patetica e misera. Priva della forza che aveva un tempo millantato. -Ti supplico, lasciaci vivere… noi non ti abbiamo fatto nulla! Come puoi… come puoi volere la nostra morte? Siamo gente pacifica…-, sussurrò il prelato. Eria annuì. “È proprio questo il punto. La vostra pace è falsa”. Agì fulminea, abbattendo il sacerdote con un colpo di lama. Gemiti, urla. -Maledetta!-, ringhiò qualcuno. –Che Yneas ti prenda!-, mormorò qualcun altro. Eria sorrise. Aveva alzato il cappuccio, ma sentiva comunque il terrore, l’oltraggio degli uomini e delle donne che aveva davanti. Rinfoderò il pugnale. -Chiunque voglia vivere, deve solo superarmi. Chiunque ci riuscirà ...
    ... avrà salva la vita.-. Le sue parole suonarono così pacate da apparire un sogno. Una giovane si alzò. Aveva circa ventisei anni. Era una bella ragazza, dal viso piacevole, gli occhi azzurri e i capelli biondi. Eria sorrise. La giovane si guardò attorno, nervosa. Palesemente. Eppure, aveva scelto di alzarsi. Rispettabile. Fece un respiro e scattò. Non verso Eria. Lei la lasciò correre, il tempo si dilatò come un nastro di velluto mentre lo scatto della ragazza prendeva velocità, il sorriso lento si disegnava sui lineamenti, speranza, cieca. Poi, finì. Eria si mosse. Colpì al fianco. La ragazza incespicò, s’interruppe, la respirazione alterata dalla botta al fianco. La guerriera non si fermò: afferrò il braccio della giovane e applicò una leva rilanciando la ragazza all’interno del tempio. La bionda si rialzò. Voleva riprovarci. Palese. Eria annuì. Lasciò che riprendesse fiato. Stavolta si lanciò verso di lei. Il pugno della ragazza fu prevedibile, le bastò deviarlo per sbilanciarla. Un calcio al ginocchio la fece cadere ai piedi della guerriera. -Ancora.-, sibilò Eria. S’inebriava di quel momento. La ragazza ringhiò qualcosa. Lacrime di furore e disperazione le scorrevano sul viso. Si alzò. Si vedeva che il ginocchio la reggeva appena. Eria aveva colpito con scientifica precisione, sapendo di condannarla a lottare contro un dolore del genere, oltre che contro di lei. Una battaglia senza speranze. La giovane però pareva di diverso avviso. Attaccò a pugni, in modo talmente goffo da ...
«12...678...»