La Caduta. Dell’inferno di Eria e del proseguire della caccia.
Data: 03/08/2019,
Categorie:
Sensazioni
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... templi degli Dei. Camminò sentendo il vento sulla pelle esposta, il calore del sangue dei nemici sul viso. Oh, quante e quante notti simili aveva conosciuto! Ma nessuna come quella… Nessuna come quando vide la fine del suo sogno. E capì di dover fare ciò che andava fatto. Si ricordava assai bene come fosse accaduto, ne covava l’acredine come aveva fatto da principio, un odio potente come alla nascita, antico e indomabile. D’altronde, aveva mai conosciuto altro? Sì! Sì, l’aveva fatto. Con la mente, ritornò al passato, prima della morte di quel sogno, prima della consapevolezza che lei mai, mai sarebbe stata benedetta con una simile grazia. Il prima era un conflitto costante. Prima con i nemici della sua gente, fiera guerriera tra le fila di eserciti gloriosi, poi con quella stessa gente. E infine… Infine fu il vagare, il maledire il cielo e gli dei per l’assenza di un significato, di un fine. Poi la speranza. L’accettazione. Il ritorno. L’amore. E che amore fu! Sollevato dalla pace, dalla speranza di unità! E poi, il tradimento. Strinse i pugni, sentendo le unghie affondare nella carne, scossa dall’odio, dalla rabbia. Come aveva potuto!? Come aveva osato? Era stato lì che aveva iniziato. Che il suo odio, come un’onda anomala l’aveva travolta. Ricordava la lama nella sua mano. Lo sguardo di quell’uomo. Il dolore… Ricordava di aver urlato, piangendo mentre si rendeva conto di ciò che aveva fatto, di ciò che era divenuta. E mentre le lacrime le solcavano il viso, accettò quieta ...
... il fato. La reclusione fu dovuta. Era fuggita nel Tempio della Dea del Kelreas. E lì era rimasta. Salvo pochissime eccezioni, da lì aveva diretto i suoi seguaci che aveva lentamente organizzato, una Stirpe occulta, avvolta nell’ombra, ammantata di regalità negata. E poi, li aveva conosciuti. Guerrieri dalle lame argentee, avvolti in manti scuri. Justicarii. Parlare con loro non aveva avuto senso. E di fatto, era incominciata la lotta. Nessuna vera battaglia, solo schemi dentro schemi, pedine mosse come su una scacchiera. Piani lunghissimi, diversioni, scaramucce, assassinii e caos. Spesso i Justicarii riuscirono a vedere eletto un loro alleato al Trono Imperiale, ma Eria si era assicurata che tali regni non perdurassero mai. Finché, non le era giunta notizia. Una profezia detta da un anziano sacerdote che lei stessa ebbe modo di incontrare. Il tempo della Stirpe, il suo tempo, era prossimo. Ma solo se l’Abraxes fosse stato in mano sua. Amsio Calus, uno dei pochi membri della Stirpe ad aver accuratamente celato il suo segreto agli occhi dei Justicarii, aveva a lungo tramato. Le iniquità di Septimo, il sacrilegio, tutto previsto, da tempo. La guerra civile che avviluppava l’Impero di Roma era stata prevista, finanche architettata, in parte. Una purga in cui affossare tutti coloro che non avrebbero accettato il regno della Stirpe. Ma anche quel conflitto era secondario. La lama, la Prima Lama, solo quella contava. Era stato furbo Socrax a sottrarla! Ancor più furbo ad avvalersi ...