1. La Caduta. Dell’inferno di Eria e del proseguire della caccia.


    Data: 03/08/2019, Categorie: Sensazioni Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... segreto, a disegnare arabeschi di liquido piacere, la sua gola arrochita da versi di godimento che non avrebbe mai più creduto possibile esprimere. Regnare! Si strappò alla memoria, un grido immane sulle labbra. -Ti odio…-, mormorò a qualcuno morto da molto tempo. Era falso. Ed era vero. Lo odiava. Lo aveva odiato come nessuno mai, ma solo dopo averlo amato come non ricordava di aver potuto fare con nessuno, mai prima né dopo. E tutte le donne e gli uomini, prima e dopo, erano stati solo una mera esperienza, piatta, priva di reale profondità, meno che un rito, mera prassi, una misera medicina insapore, ricordo vacuo di quel momento così splendido. -Muori!-, ringhiò qualcuno. Evitò la lancia ma non senza sentirne la punta graffiarle il costato. Fese dinnanzi a sé, aprendo una seconda bocca nel collo di quell’ennesimo uomo. La loro tecnica era patetica, la loro ira era una pallida eco della sua, la loro vita… Quella forse era la sola cosa che lei non poteva vantare. Una vita mortale, l’unica vera. Ma nessuno di loro era una minaccia. Nessuno in assoluto. In condizioni normali, sarebbe già stata in grado di prendere la lama e avrebbe già abbattuto Alexander e la ragazza che era con lui. Tuttavia non era in condizioni normali, eppure la sua capacità, affinata in secoli di guerra e pratica l’avevano portata a un livello che rendeva l’abbattimento di un nemico poco più che un automatismo. Abbatté un altro nemico con pochissimo sforzo. -Dov’è il vostro dio ora?-, chiese a tre ...
    ... guardie mentre scappavano. Individuò i due in fuga. Uscirono da un varco nella palizzata. Sorrise. E ancora, giunsero i ricordi. Fiamme, morte, urla. Un’eternità prima. I ricordi pressavano ancora. Implacabili e ben più temibili dei suoi nemici in carne ed ossa. Perché i nemici più temibili, forse alla fine erano dentro di lei, e dentro tutti quanti. Alla luce della luna piena, conscia di essere una visione infernale per chiunque, fissò la barca che si allontanava in fretta. “Puoi fuggire sino ai confini del mondo, ma non andrai mai abbastanza lontano!”, giurò. Dietro di lei, le grida si erano placate. Eria non ne era pienamente cosciente. Sentiva solo… Un senso di sicurezza? Predestinazione? Possibile? Osservò la barca sapendo senza poter dire esattamente come che anche i fuggitivi sapevano. Si sarebbero incontrati di nuovo. Si volse verso il villaggio. Non aveva fretta. Conosceva bene le leggende e sapeva dove sarebbero andati i fuggitivi. Povero Alexander! Povero illuso. Non sapeva. Forse la ragazza che era con lui era Vera Nemlia, le era parsa di vederla sulla nave, in tal caso avrebbe anche potuto essere interessante. La prima guardia di Aristarda Nera si era rivelata tanto interessante quanto coriacea. Era una dei suoi nemici. Una Justicar. Camminò lenta, combattendo con i ricordi. Erano ancora forti. A tratti tornavano, spalancando abissi dentro di lei, suscitando un’ira e un dolore inconoscibili a quei miseri uomini e donne che, terrorizzati, si erano asserragliati nei ...
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