1. La Caduta. Dell’inferno di Eria e del proseguire della caccia.


    Data: 03/08/2019, Categorie: Sensazioni Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... avesse visto grandi scontri era solo un ulteriore vantaggio. Poi giunse un problema, un inconveniente. L’inconveniente era stato un uomo armato di spada, una guardia cittadina. Lui e altri due erano giunti nel pomeriggio a chiedere notizie di Jacobus e sua moglie e a verificare se ci fossero stati altri superstiti al naufragio. Il terzetto aveva trovato la coppia stesa a terra nel sangue. Rapidamente si erano divisi per cercare gli assassini, ritenendo di poter contare sul loro addestramento. Il primo, un giovincello di appena vent’anni, era spirato quando la donna gli era caduta addosso da sopra un albero, affondandogli la lama nel torace e recidendo l’arteria succlavia. Non aveva fatto a tempo a urlare ma il rumore aveva attirato il secondo e il terzo uomo. Trovato il corpo, i due non si erano divisi, ma poco era cambiato. Eria li aveva travolti. Anche con una lama sola, era una guerriera pura che dell’arte della lama aveva fatto motivo di vita e vanto, oltre ad avere un’esperienza esponenzialmente maggiore di quei dilettanti che, stando a Jacobus, non vedevano una guerra da mesi. Aveva tenuto in vita l’altra guardia il tempo necessario da capire le ultime cose, carpendo le informazioni mancanti per infiltrarsi nel villaggio. Aveva poi dedicato i giorni successivi a nutrirsi, curarsi ed esplorare l’isola, comprendendo che era piccola e spoglia. Pregustava ora la fine della caccia. Forse, se Varus le avesse ceduto la Lama, forse gli avrebbe permesso di vivere, per raccontare ...
    ... chi era lei. Ma ne dubitava. L’agonia altrui, la paura e il terrore erano nettare per lei. Godeva di simili emozioni negli altri quanto avrebbe potuto godere del sesso, o di un banchetto. Si avvicinò alla fortezza. Nessun travestimento, abiti pratici e comodi e nessuna corazza. La palizzata, presidiata da due guardie, pareva invalicabile. Illusione della sicurezza, così come a Licanes, a Ulthas e in mille altri tempi e luoghi. Attese che le guardie si muovessero, memorizzò percorsi e punti sguarniti. Osservò chi pareva vigile e chi non. Pianificò il tutto con cura. La sua paziente attesa diede frutto ed eliminate le sentinelle esterne, penetrò nel perimetro. Falciò rapidamente una guardia assonnata mentre si faceva strada in quel villaggio, ignaro della sua presenza, inerme. Purtroppo, non durò. L’uomo che uscì dalla casa la vide e urlò un allarme. Non servì: Eria lo spacciò con un rapido fendente, senza neanche rallentare. La donna dentro la casa urlò. Urla, urla e furore. Come a Licanes e in ogni altro luogo dove la furia della guerra era riuscita a giungere. Ma per lei, era la norma. Non attese le guardie e non fuggì: caricò il gruppo di uomini con un ghigno. Qualcuno di loro pareva persino confidente ma la sorpresa albergava chiara sui loro volti. E con essa, la subitanea, sottile paura. Perché solo una pazza si sarebbe lanciata contro di loro con un coltello in pugno. Solo una pazza avrebbe osato andare in battaglia senza armatura. E solo una pazza avrebbe riso come lei ...
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