Sogni Proibiti
Data: 06/07/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Judicael Ouango, Fonte: EroticiRacconti
... Sembrava un grosso serpente pronto a mordere. Non ero esperta di cazzi, ma di melanzane sì, e questa era una di quelle di un calibro notevole.
Lui mi prese la mano e mi disse nell’orecchio: “ Piano…”.
Presa dalla frenesia, agitavo il suo pene seguendo il mio istinto, stringendoglielo forte. Mi mostrò come toccarlo, con un movimento fluido, con leggerezza e decisione allo stesso tempo e, mentre lo facevo, prese anche lui a toccarmi, continuando a baciarci.
Ero in paradiso.
Entrò in me come se ci fosse sempre stato. Di colpo. Ero così bagnata che scivolò fino in fondo, facendomi godere come non avevo mai fatto. Entrò in me ancora ed ancora, per interminabili minuti, mentre non smettevo di godere. Orgasmo dopo orgasmo, sentivo il suo sesso pulsare in me, farsi strada, toccare il mio intimo con una potenza tale da sconvolgermi. Gemevo forte e a volte gridavo anche. Armand mi mise la mano sulla bocca e continuò a prendermi.
Poi mi girò e mi penetrò da dietro. Era la prima volta che lo facevo cosi. In verità era la seconda volta in assoluto che facevo sesso. A carponi sentii il suo membro duro come un pezzo di ghisa penetrarmi, mentre le sue mani si aggrappavano ai miei fianchi.
Istintivamente, misi la mano tra le mie gambe per masturbarmi. Rimasi sorpresa di sentirla appiccicosa e mi portai la mano davanti al viso, temendo che fosse sangue.
Non lo era. Era una sostanza bianca, simile a quella che mi era capitata di osservare a volte, quando con la melanzana ...
... avevo un orgasmo molto forte, ma era poco in confronto a ciò che mi stata succedendo ora. Armand non si fermava, e così la mia mano tornò al mio clitoride, aiutandomi a provare un piacere ancora più intenso.
Smettemmo all’improvviso, allarmati da un rumore che veniva dal di fuori. Cosi rimanemmo in silenzio, senza muoverci, per almeno un quarto d’ora, fin quando sentimmo i passi allontanarsi. Lui, nel frattempo, era rimasto dentro di me. Anche immobili, lo sentivo pulsare dentro di me e non smettevo di godere.
Armand poi si stese accanto a me, io gli salii sopra in un impeto. Gli presi il cazzo in mano e lo guidai in me.
Chiusi gli occhi, per assaporare meglio la sensazione. Senza che me ne accorgessi, ad un certo punto, mi muovevo in modo velocissimo su di lui che arcuava il bacino offrendomi tutta la sua verga sulla quale impalarmi. Venni insieme a lui alzando la testa al cielo come per ringraziare le divinità esistenti di tanta meraviglia e magia.
Era tardi e dovemmo andare via in fretta e furia.
Quel giorno uscii da casa ancora ragazzina, tornai donna e, sebbene in quel momento non lo sapessi ancora, anche madre.
Armand non abita più a Napoli. È andato via dopo essere uscito dal carcere.
Mio padre lo denunciò quando seppe che ero incinta. Mia madre, fervente cattolica, non volle che abortissi. Se ne rese conto dopo poco più di un mese che vomitavo. Mio padre non perdonò Armand, lo fece condannare, ed anche se non mi cacciò da casa, non mi parlò per ...