PerdutaMente
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu
... nel cantiere, così diversa dall’espressione arrogante e brutale che ieri mi ha mostrato quando facevamo sesso, e anche nell’anima ora mi sento un po’ così, violentata, soprattutto dopo la discussione, avuta con Matteo, dalla sua angoscia. Ora mi sento in ansia, e quel senso di pace e di armonia che avevo trovato quando sono entrata in questo parco e mi sono seduta, già non c’è più. Avrei voglia di vedere, di incontrare qualcuno, di parlare, di sfogarmi e liberarmi di tutto il peso che porto nel cuore. Avrei voglia di rivedere Sergi, di parlare con lui, normalmente, anche se mi rendo perfettamente conto che lui è così distante da me, e che probabilmente non capirebbe nulla di quello che gli dovessi dire. Però non riesco a resistere, e così, istintivamente, gli mando un messaggino. Ciao Sergi, come stai? ho molta voglia di rivederti, cosa fai stasera? Se ti va, ti invito a cena fuori. Io sono libera anche ora, e potremmo fare una passeggiata insieme. Mi rimetto il casco, e vado a prendere il motorino, parcheggiato fuori dal parco. Vado verso la zona del cantiere, quella in cui ci siamo trovati ieri con Sergi, insomma lui abita da quelle parti, e penso che potrebbe essere in giro a quest’ora di sabato.
Così, viaggiando per strada, attraverso molti dei luoghi che normalmente frequento durante la settimana, mentre il fine settimana non vengo quasi mai da queste parti. E quindi, ecco la strada lungo il fiume contornata dai suoi giardini, il palazzo dove si trova il ...
... mio studio, la palestra e il bar, qualche isolato più in là, con poche deviazioni rispetto alla direzione principale, l’officina del commissario Montalbano, in cui prima o poi capiterò per farmi revisionare il motorino. La zona del grande cantiere in costruzione. Oggi è chiuso, le porte sono sbarrate. Il centro commerciale, e quindi la piazza circolare con il giardinetto, in cui ieri mi sono incontrata con Sergi, la strada e la palazzina scrostata dove siamo entrati, le case squallide del quartiere popolare, i panni appesi alle finestre, le scritte sui muri. Faccio due o tre volte il giro dell’isolato, rallentando per quanto possibile, e cercando intorno con lo sguardo, ho una voglia matta di vedere Sergi, ogni tanto mi fermo e dò un’occhiata sul cellulare, per vedere se ha risposto al mio messaggio, quindi mi fermo, parcheggio il motorino, mi tolgo il casco e lo metto nel cofanetto del bagagliaio. Mi infilo dentro il centro commerciale che il sabato pomeriggio trabocca di gente. Uomini e donne che trascinano carrelli vuoti verso il supermercato, il cuore del centro commerciale, o carichi delle cose che con fatica cercano di portarsi via, spingendo carrelli carichi di roba, tornano verso i parcheggi, verso le loro case. Bambini piccoli sistemati sul sedile posteriore del carrello. All’uscita di ogni cassa o dalle casse di spesa veloce, una fila di gente, che attende il proprio turno per farsi dare i bollini di qualche promozione in corso. Mi infilo dentro un negozio di ...