PerdutaMente
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Labbra_di_lurido_blu, Fonte: RaccontiMilu
... lungo il letto e io mi metto sopra lui massaggiandogli l’uccello con la mia patatina, su e giù, su e giù, la mia saliva è mescolata ai miei umori e ai suoi, infine gli prendo il cazzo con le mani me lo appoggio sopra la vagina e piano piano me lo infilo tutto dentro, di fronte a lui, facendolo entrare tutto, anche se mi fa un po’ male inizio a muovere il mio bacino indietro e avanti dolcemente, come se fossi seduta sopra una palla del pilates, lui non sa dove mettere le mani, me le appoggia sopra il seno con un movimento poco naturale io con la stessa dolcezza le prendo e me le metto accanto ai fianchi, voglio che senta i miei movimenti, sono io che lo sto scopando. I miei movimenti del bacino si fanno più ampi e solo leggermente accenno ad andare su e giù, voglio che senta ogni movimento del mio addome e del mio culo, voglio che capisca che può fare e può avere molto di più dalla sua vita e anche da me, sono eccitata e tutta bagnata, non mi sentivo così con lui da un sacco di tempo, quante scopate inutili abbiamo fatto nel frattempo, quanto amore sprecato, lui mi dice, sto per venire, gli urlo cazzo! concentrati idiota, e anziché fermarmi mi metto a cavalcarlo, voglio il mio orgasmo, sento che stasera posso averlo! Inarco la schiena all’indietro, e mi muovo con voluttà frenetica. Poi mi riavvicino a lui , mi stendo sopra il suo petto con il cazzo sempre ben conficcato in mezzo alle mie gambe, sono io che lo sto scopando, lui mi dice solo: sei sicura che prendi la ...
... pillola? Gli dico, sei uno stronzo, mi stendo sopra il suo corpo appoggiando il mio seno al suo petto, mentre lui mi accarezza il culo che muovo contraendo le natiche, su e giù. Mi dice, non resisto, Amore. E io gli dico, ma si, vieni Amore, vieni, e mentre sento che il suo cazzo si libera, io aumento il ritmo e lo sbatto ancora, e urlo, si si! Eccomi amore, eccomi, si. Insieme, finalmente.
Nel silenzio della notte, Matteo mi abbraccia, sono sopra di lui. Intorno, una gran pace. Si sentono cantare i grilli del giardino. Nel sonno, una voce mi chiama. Simona, Simona. Sono in mezzo a uno dei miei sogni ricorrenti, c’è una specie di mostro con le ali da uccello e gli artigli da rapace, ha la testa di uno degli assistenti universitari di Scarpi, uno con cui ho sempre parlato poco ma che mi ha sempre messo una grande inquietudine addosso, non so perché ma ho sempre pensato che costui mi odiasse. Il suo volto è deformato da un enorme becco con cui gracchia il mio nome, io sono legata su una roccia a strapiombo sopra un dirupo, completamente nuda, con le braccia appese, come in una rappresentazione di Prometeo, e anche le mie gambe sono legate da due opposti lati e divaricate, aperte in modo osceno. La creatura mostruosa ha un cazzo enorme in mezzo alle gambe, e mi sta violentando con ferocia animale, inarcando tutto il corpo da uccello, mentre sbatte le ali e urla il mio nome che risuona nell’eco della vallata. Questa voce, diventata uggiosa e lamentosa, mi chiama ancora. ...