Confessioni di un bisex
Data: 17/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69
... di un messaggio su WhatsApp.
Era Mimmo e fui contento di ricevere un suo messaggio.
Al suo "Ciao, come va?" seguì il mio "Bene grazie, e tu?"
"Io bene. Hai riflettuto un po' a quello che ti ho detto ieri? Hai preso una decisione?"
In effetti ci avevo pensato e come: desideravo rivederlo, pur immaginando che questa volta avremmo parlato poco.
"Credo che aderirò alla tua proposta, e te ne darò conferma in settimana"
"Waooo, ma è fantastico! Fammelo sapere in tempo e disdico tutti gli appuntamenti di giovedì"
"Quando posso contattarti?" domandò
"Quando vuoi... generalmente a quest'ora va bene."
"Allora, a domattina, ciao"
Mi ero rasserenato... avevo deciso... volevo provare e non volevo perdere altro tempo.
Ci risentimmo anche la domenica mattina e così pure gli altri giorni.
Il giovedì mattina fissammo l'appuntamento: mi avrebbe aspettato fuori la stazione, dove era sceso la prima volta che ci eravamo incontrati.
E quel giovedì, dopo pranzo, mi preparai per l'incontro.
Arrivai con un po’ di anticipo, ma fece lo stesso pure lui; difatti poco dopo le tre, lui era già lì ad aspettarmi.
Un sorriso radioso e un buongiorno, con un caloroso abbraccio.
Lo studio era a meno di cento metri.
Ero agitato e lui se ne accorse. Mi prese affettuosamente sottobraccio e chiese se volessi prendere qualcosa al bar.
Rifiutai e, dopo pochi passi, si fermò per aprire il portone di un palazzo.
Mi precedette e, richiudendolo, attraversammo il ...
... cortile, in fondo al quale una targa diceva "STUDIO DI FISIOTERAPIA POSTURALE".
Entrammo e, attraverso una sala di aspetto, arredata con un divano e cinque o sei sedie, si accedeva nello studio vero e proprio.
Era abbastanza ampio, con un lettino per le terapie su una parete, accanto una sorta di "puff", e ancorato alla parete opposta un "tatami", che, all'occorrenza poteva esser messo a terra. Completava il tutto una scrivania non molto grande e dietro una poltrona.
"Dai... sii sereno; rilassati, faremo solo quello che vuoi" e così dicendo mi venne vicino e, guardandomi negli occhi, prese a carezzarmi il collo.
Quel contatto ebbe davvero un effetto benefico, difatti, quando mi aiutò a togliermi la giacca e mi sbottonò la camicia, lo lasciai fare senza nessuna obiezione.
"Vieni siediti" e mi portò su quella specie di puff.
Cominciò a massaggiarmi il collo e le spalle.
A mano a mano che procedeva mi sentivo sciogliere sempre più.
Un calore sempre più forte mi pervadeva la schiena, e solo quando capì che ero rasserenato, mi fece alzare e chiese di togliermi il resto.
"Tutto?" chiesi titubante.
"Sì" rispose, mentre anche lui si stava denudando.
Tolsi scarpe e calzini e abbassai pantaloni e slip assieme.
Mi risedetti sul puff e lo guardai mentre lui si abbassava i jeans.
Era ancora in slip, mi si avvicinò e disse: "Dai, abbassameli tu".
Con una mal celata timidezza, allungai le mani e quasi glieli strappai di dosso.
Accipicchia! Aveva un ...