1. Confessioni di un bisex


    Data: 17/06/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: quartofederico, Fonte: Annunci69

    ... alla stazione per ritornare a casa.
    
    La stazione, data l'ora di punta, era piena di gente, e l'accesso ai treni era consentito solo all'arrivo del convoglio ed era regolato da un varco che si apriva quando tutti i passeggeri trasportati, avessero lasciato il treno.
    
    Ero in piedi, vicino alla ringhiera delle scale e, a circa mezzo metro, anch'egli appoggiato, c'era un uomo che mi stava osservando: alto circa un metro e settantacinque, capelli di colore sale e pepe, tirati sulla nuca e fermati con un codino; poggiati sulla fronte, aveva degli occhiali tipo Ray-Ban. Appariva dell'età di circa cinquantacinque anni. Aveva le mani impegnate a giocare con un cellulare.
    
    Appena si accorse che lo stavo osservando, mi sembrò che avesse sorriso e poi, riposto il cellulare in tasca, con movimento furtivo, si lisciò per un attimo la patta.
    
    Non credevo ai miei occhi: lì per lì mi chiesi cosa potesse aver fatto intuire che potesse interessarmi.
    
    Pensando che potevo anche essermi sbagliato, abbassai lo sguardo, anche per non dar seguito alla cosa.
    
    Comunque, l'istinto fu più forte di me: rialzai lo sguardo e, pur senza guardarlo in viso, percepii che i suoi occhi erano su di me.
    
    I miei invece si erano fermati sul suo inguine: con la mano sinistra in tasca, si stava carezzando la cappella del cazzo, con un movimento rotatorio delle dita. Se avevo capito bene, doveva per forza tenere il cazzo duro.
    
    Anche se non volevo ammetterlo ero eccitato, ma non fisicamente quanto ...
    ... mentalmente: un uomo a cui piacevo, un uomo che, senza dirmelo, mi stava mostrando la sua eccitazione.
    
    Credetemi, avevo perso un po' la cognizione del tempo, ma mi scossi quando vidi attorno a me la gente che cominciava a muoversi.
    
    Mi misi in fila con gli altri ed anche lui si mosse.
    
    Stava dietro di me alla mia destra e, con la fila ancora ferma, spinse il suo piede fino ad urtare il mio.
    
    Avrei potuto scostarmi, ma non lo feci, e lui insistette per mantenere quel contatto.
    
    Appena il varco si aprì, la folla prese a correre come scalmanati, per assicurarsi il posto a sedere.
    
    Fu allora che mi si affiancò, mi osservò ed io ricambiai; mi cedette il passo per farmi salire sulla prima carrozza.
    
    Non essendoci posti a sedere, mi fermai sulla piattaforma sorreggendomi ad uno dei corrimani presenti a fianco delle porte e il mio uomo, a mezzo metro da me, si era poggiato alla parete laterale della porta.
    
    La calca però ci spinse inevitabilmente ad avvicinarci per cui, per evitare di essere completamente di schiena, mi girai e mi ci posi di fianco.
    
    Egli continuava a toccarsi, carezzandosi la cappella; pensai che doveva averlo duro. Il macchinista, partendo fece il resto. Difatti bruscamente fui spinto in avanti verso di lui, per cui, anche se per un secondo, lo sentii duro e grosso sulla mia gamba.
    
    Inverosimilmente mi chiese scusa per l'urto e cominciammo il viaggio.
    
    Ormai con la scusa degli scossoni del treno più di una volta me lo fece sentire.
    
    Prima di ...
«1234...8»