Una notte al sexy-shop.
Data: 12/06/2019,
Categorie:
Trans
Anale
Autore: CagedSissyCuck, Fonte: xHamster
... un’esperta di suoni emessi da foche in calore… Semplicemente me li immagino così) e inizia a leccarmi il culo, cospargendolo di saliva… un sacco di saliva...
Si ritrae, infila un preservativo dall’improbabile color fucsia (e dall’ancor più improbabile aroma di fragola) e
me lo butta ar culo
.
Mi scopa lentamente, con metodo, mentre entrambi osserviamo lo svolgersi degli eventi sullo schermo, sul quale si susseguono immagini di transex dai culi voluttuosi penetrate da cazzi neri di dimensioni asinine. Non c’è audio, unico commento sonoro: i nostri gemiti.
E’ solo dopo un lungo lasso di tempo che lo sento dapprima irrigidirsi, poi bloccarsi mentre, presumibilmente, sta svuotandosi i coglioni dentro di me (per fortuna che c’è il preservativo). Controllo l’orologio: sono le 3.45.
Con una sonora pacca sul culo mi impone di rivestirmi. Una volta pronta, rimesse a posto tutte le cose che avevo provato:
“Sverta… mo’ esci dar negozio e aspettame ner parcheggio. Cerca da nun fatte vede... che appena m’ariva er cambio esco pur’io e t’ariccomagno a casa, ma nun te devi da fa’ vede, sinnò finisce che me pijeno pe’ frocio pure a me…”
Avrei qualche piccola obiezione da esternare, in merito a questo ultimo ragionamento, ma lascio perdere e faccio quanto mi chiede.
Aspetto ...
... per dieci minuti buoni, fuori, rabbrividendo nella fredda notte di inizio aprile.
Speriamo non mi dia una fregatura anche lui, cazzo!
Cerco di risultare poco visibile, tra le auto in sosta. E’ vero che l’ora è talmente tarda da rendere estremamente improbabile qualsiasi incontro, ma la fama di questo quartiere (abitualmente frequentato, durante le ore notturne, solo da prostitute di ogni tipo e dai loro clienti), è talmente brutta da incutermi comunque paura. Finalmente un’auto parcheggia proprio davanti al negozio e ne scende un ragazzo. Suona per farsi aprire, entra. Cinque minuti dopo esce il porco che ha appena approfittato di me e del mio stato di necessità. Si guarda attorno, mi vede, e mi fa cenno di raggiungerlo presso una vecchia Mini Minor, color verde bottiglia, parcheggiata lì.
Più tardi, fermi davanti al portone di casa mia, ha addirittura il coraggio di dirmi:
“E che? .Nun me lo dai ‘n bacetto, mo’? Ah… e lasciame er numero de cellulare… nun se sa mai...”
Ma tu pensa che faccia di culo ha questo… Pure il bacetto, pretende, adesso!
Lo faccio contento.
Il cliente che mi ha mollato al negozio non l’ho mai più visto né sentito.
Le scarpe rosso lacca, che ancora ho, me le ha regalate il commesso la prima volta che è venuto da me come cliente pagante…