La moglie del capitano
Data: 12/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Asteroide1962, Fonte: Annunci69
... tasca dei pantaloni dove me la dimentico fino alle 5 del mattino quando a festa ormai finita, ripulito il salone e sistemato tutto vado in camerata, mi spoglio e me la ritrovo tra le dita.
Sorpresa: oltre ad una banconota all’interno c’è un piccolo biglietto con un numero immagino sia quello della loro casa. Dormo con molti dubbi: la chiamo quando il capitano è a casa oppure quando è qui? È per fare dei lavoretti o vuole un altro servizietto? Avrò equivocato? Sarà stato per me o per altri?
Quell’anno la Befana cadde di domenica e dal lunedì si riprese la normale attività della caserma, io, deciso a dipanare la matassa dei dubbi nati dal biglietto, dopo essermi accertato della presenza del capitano, nella pausa mattutina mi avvicino al telefono fisso e con un gettone compongo il numero che conservavo gelosamente.
“Pronto” fa dalla cornetta una voce di donna “chi parla?”
“Buongiorno sono Alberto” dico con voce tremate e dubbiosa “Sono...” “Ciao Alberto, speravo mi chiamassi, come stai? Ti sei ripreso dalla faticaccia del Veglione?” “Si, si. Grazie tutto bene, si mi sono ripreso, anche se non è che qui si possa dormire a lungo! Tu? Hai...avete bisogno di qualche riparazione?” “Ahahha si,si..avrei bisogno di una lunga riparazione! Ahahhahahahhaha” e parte una squillante risata “No, dai, sono seria. Puoi passare da me domenica pomeriggio? Così ti faccio vedere il lavoro?” “Per me va bene. Passa a prendermi il capitano?” “ Ehm...no. Renzo è alla partita, se la cosa ...
... non ti imbarazza, sono sola a casa. Ecco...pensaci ma mi farebbe piacere....”. “Va bene, dai vengo” “ahahhahhha spero che tu venga e anche bene ahahahhahhha. Ciao a domenica!” “A domenica!” Quando rientro incrocio il maresciallo che guardando la mia espressione mi dice, delicato come al solito: “Hai una faccia da idiota, è successo qualcosa?”, sono talmente perso che non rispondo neppure e tiro dritto.
Lento scorre il tempo per chi aspetta e il resto della mia settimana fu un supplizio.
Domenica uscii con la prima corriera della libera uscita disponibile, arrivai in stazione dei treni e mi avviai lentamente verso il centro e sviai i commilitoni che facevano il mio stesso percorso girando su stradine secondarie fino ad arrivare sotto l’appartamento del capitano.
Sono molto titubante e pensieroso quando suono il campanello e la voce femminile che dice “sali!” senza chiedere chi abbia suonato non mi tranquillizza.
Faccio le scale salendo i gradini due a due fino ad arrivare al piano dove trovo la porta aperta e Veronica sorridente che mi fa il cenno di entrare.
I capelli ondeggiano mentre mi fa strada in appartamento, io, visibilmente voglioso, la seguo come un cagnolino non sapendo se posare lo sguardo sui capelli o su quel corpo che si muoveva con grazia davanti a me. Mi fa accomodare nel salotto e mi serve una bibita mentre parla di qualcosa che non riesco a comprendere, inebetito, imbranato; mi rinsavisco quando sento le parole “....ante dei pensili della ...