1. Ragazzo a ore: parte seconda


    Data: 06/03/2018, Categorie: Sesso di Gruppo Gay / Bisex Autore: fenice1967, Fonte: xHamster

    ... volante fuori dall'ingresso dell'albergo".
    
    Giulio gli diede una occhiataccia. Poi mi prese sotto il braccio e mi condusse fino alla sua macchina.
    
    Al pronto soccorso mi tennero in osservazione tutta la notte, fecero tutti gli accertamenti, mi medicarono, e fortunatamente videro che non c'erano ne lesioni agli organi interni, ne ossa rotte, ma solo tante contusioni e tumefazioni. Giulio aspettò con pazienza e preoccupazione nella sala di attesa, fino a quando non mi dimisero.
    
    Quando il mattino dopo finalmente tornai a casa, raccontai dall'inizio a Giulio ciò che avevo combinato: gli dissi dell'incontro avuto con Claudio, della violenza a cui mi aveva sottoposto e, naturalmente, di quel che era accaduto nelle settimane seguenti, fino al tentativo di stupro da parte dei due balordi.
    
    Cercai di farmi forza e di non piangere, e lo pregai di non dire niente ai miei genitori.
    
    "Sarò muto come una tomba, contaci. Tu però tieniti alla larga da quel letamaio di albergo e da quell'ambiente; io intanto farò due chiacchiere con l’amico Claudio, esigo da lui qualche spiegazione".
    
    Poco dopo lo sentì parlare al telefono, mentre aveva un vivace scambio di idee con Claudio. "Come cazzo ti sei permesso di imbottire la testa del ragazzo con tutte quelle stronzate sulla prostituzione? Ma lo sai che poteva rimanerci secco?".
    
    Quello, dall'altra parte, avrà sicuramente ribattuto dicendo che ero adulto, che lui mi aveva messo in guardia circa i pericoli che correvo e che quindi la ...
    ... colpa di quanto accaduto era solo ed esclusivamente mia.
    
    "Ah sì, la pensi così? Perfetto, vedi allora di non farti più vedere da queste parti, perché se mi capiti a tiro - quanto è vero Dio - ti strappo le palle!".
    
    Sentì Giulio sbattere con forza la cornetta del telefono, poi entrò nella mia stanza e si accomodò sul bordo del letto.
    
    "Cerca di riposare", mi disse con voce dolce, mentre mi accarezzava la testa, "Ora sei al sicuro e nessuno ti potrà più fare del male".
    
    Lo abbracciai e finalmente scoppiai in un lungo pianto liberatorio.
    
    Nei giorni che seguirono, gradualmente recuperai le forze, sparirono i lividi e i dolori si attenuarono; tuttavia le ferite più profonde sono state quelle inferte alla mia anima e, anche se oramai sono passati decenni, non si sono mai cicatrizzate completamente.
    
    Ripresi pian piano la mia vita normale, ma quel senso di inquietudine e di paura non mi lasciò mai più. Abbandonai, una volta per tutte, la strada della prostituzione e ritornai alla mia vita di prima fatta di amici sinceri, di studio e di tante altre piccole cose quotidiane, alle quali spesso non diamo purtroppo alcun peso.
    
    Tentai, in seguito, di ricontattare telefonicamente Claudio per sapere come stava e per raccontare ciò che mi era accaduto, ma quello sentendo la mia voce disse: "Non voglio più avere a che fare con te, non voglio più parlarti, perché tu sei pericoloso, sei una mina vagante e non sei in grado di gestire certe situazioni; mi dispiace ammetterlo, ma ...
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