Ragazzo a ore: parte seconda
Data: 06/03/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Gay / Bisex
Autore: fenice1967, Fonte: xHamster
... osavo muovermi, il cuore mi batteva all'impazzata e, subito dopo, mi accorsi di essermi pisciato addosso.
Le lenzuola erano intrise dalla mia urina calda e sentivo il mio corpo percorso da brividi, poi d'improvviso incominciai a piangere in modo isterico.
Mi girai dall'altra parte e vidi che nella stanza non c'era più nessuno; così tentai di alzarmi, ma sentii un dolore intenso che mi fece temporaneamente desistere da quel proposito. Non so bene quanto tempo passò, ma alla fine riuscii a trascinarmi fino all'armadio, dove era collocato uno specchio. Quel che vidi riflesso mi sconvolse: ero pesto, tumefatto e con un rivolo di sangue che mi colava dal naso.
Cercai di rivestirmi alla meglio, ma mi resi conto di non essere assolutamente in grado di andarmene con le mie gambe; così mi ricordai di avere visto nel corridoio, appena fuori la stanza, un telefono a gettoni.
Presi un gettone da una tasca dello zainetto e uscii faticosamente in corridoio. Fuori non c'era nessuno, così, appoggiandomi alla parete, raggiunsi l'apparecchio e chiamai a casa.
"Dio, fai che Giulio risponda, fai che sia a casa, ti prego!".
Le mie preghiere furono esaudite. Sentì all'altro capo dell'apparecchio la voce rassicurante del mio amico e compagno.
"Pronto, chi è", fece lui.
"Giulio ... sono io", risposi con un filo di voce. Ti prego, vieni a prendermi, sto male e ho bisogno di aiuto ...".
"Cosa ti è successo? Dove sei? Hai avuto un incidente?", rispose con tono ...
... preoccupato.
"Sono all'hotel Serena, quello vicino alla stazione centrale. Vieni subito, ti prego, e chiedi di me alla reception, stanza 315".
"Arrivo subito non ti muovere!".
Riappesi la cornetta alla forcella e mi trascinai nuovamente fino alla camera. Lì mi sedetti sul letto inzuppato di urina, sangue e vomito e attesi che arrivasse Giulio.
V - Epilogo.
Dopo circa venti minuti di attesa sentii bussare e la voce concitata di Giulio che chiedeva: "Sei lì dentro? Posso entrare?".
"Entra ti prego", gli risposi. La porta si aprì e vidi il suo viso stravolto dalla preoccupazione. Mi fissò e si portò una mano alla bocca.
"Dio mio, ma che ti è successo? Chi ti ha conciato così?".
Così raccontai brevemente quel che mi era successo, ma vedevo Giulio frastornato e perplesso. "Ok, ok, non ho capito nulla di quel che mi hai detto. Rimane il fatto che sei messo malissimo; ora vieni con me e andiamo subito al pronto soccorso".
Raccolsi le mie cose e, reggendomi a lui, raggiunsi la reception. Giulio pagò il conto protestando con l'addetto. "Come cazzo è possibile che nessuno abbia sentito che stavano pestando il ragazzo? Ma voi dove eravate mentre lo massacravano di botte?".
"Senta amico", rispose il tipo con fare indifferente, "A me non importa niente di quel che succede dentro quelle stanze; qui circola la peggior feccia di questa città di merda, gente fuori di testa, e se mi disturbassi a chiamare la polizia ogni volta che sento urla o lamenti, dovrei far mettere una ...