Monica - parte quarta - da sogno a realtà
Data: 06/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Malandrina, Fonte: Annunci69
... aveva sempre negato un culo come quello, una fighetta come quella, una troia come quella.
Monica sentì quell’irruenza, quell’incuranza, quella mancanza di rispetto fino dentro il suo ipotalamo e capì che quell’orgasmo che non accennava a smettere di farle tremare le gambe era causato proprio dal sentirsi usata all’estremo dal Mario Rossi qualunque. Capì che con quel compito la Padrona le aveva fatto definitivamente capire la gioia della perdita di ogni inibizione e morale e la presa di possesso del suo corpo, paradossalmente incarnata nella libertà di concedere il proprio culo a chiunque abbia un cazzo, quando di cazzo si ha voglia. L’uomo non durò tanto e sborrò molto a lungo, ringhiando sul collo di Monica e aggrappato alle sue tettone mentre la schiacciava al muro.
Finita la monta Monica fermò la video-ripresa si ricompose, prese l’uomo per il cazzo sfilandogli il preservativo e ebbe il riflesso istintivo di chinarsi e pulirlo. Poi ci ripensò e se ne andò annodando il preservativo pieno di sborra dello sconosciuto il quale ancora con i pantaloni calati la supplicava di dirgli chi fosse e le dichiarava amore con promesse impossibili.
Monica salì sul treno con il culo ancora pulsante per l’irruenta intrusione e la fica paonazza dalla voglia di cazzo. Aveva l’interno coscia imbrattato di umori. Si stupì di quanto le piacque non solo farsi inculare in una stazione pubblica da uno sconosciuto, con il rischio di farsi beccare e arrestare, o di scatenare istinti ...
... ancora più violenti. Quello che aveva notato e che le aveva fatto provare piacere estremo e orgasmico era stata la violenza, lo sfogo incontenibile, la furia con cui quell’uomo si era scaraventato nel suo culo. Come fosse l’unico, l’ultimo. Un’ inculata che sapeva di vendetta, di peccato e di rabbia. Per quanto l’uomo non fosse superdotato né tantomeno attraente lei aveva comunque goduto come una vacca. E questa cosa non la dimenticò mai.
Con la fica in fiamme come sempre succedeva quando aveva orgasmi pur essendo lei vuota, nel vagone deserto si mise a riguardare il suo video. Si sentì davvero troia nel sentire la sua fica pulsare impazzita mentre si riguardava inculata contro il muro di una stazione, col suo viso dolce e angelico deformato dalle smorfie orgasmiche da troia rotta in culo in primo piano, che fissava l’obbiettivo guardando la sua Padrona, mentre dietro uno sconosciuto di mezz’età leggermente in sovrappeso scaricava decenni di frustrazione sessuale nel suo buco più intimo.
Si immedesimò in quel poveraccio e provò pena per lui. Cominciò a masturbarsi senza volerlo, con la gonna tirata su e le tettone che straripavano dalla camicetta ancora bagnata e stropicciata. Si immaginò in una missione di salvataggio del genere maschile, pieno di testosterone che si perdeva sprecato tra moralismi e pudori femminili inculcati da secoli di segregazione. Non fece a tempo a pensare che non avrebbe mai rifiutato qualunque cazzo avesse avuto l’audacia di proporsi a lei che si ...