1. Monica - parte quarta - da sogno a realtà


    Data: 06/06/2019, Categorie: Etero Autore: Malandrina, Fonte: Annunci69

    ... rovente e irrequieta, e si infilava nel letto dei Padroni, atto sacrilego che veniva sempre punito duramente con cazzo e strap on.
    
    Quando fu chiaro che dentro di lei si erano rotti degli argini di incontenibile ninfomania, la Cucciola di Troia dovette cominciare a lasciare il nido, per poter continuare a tornarvi e goderne.
    
    La Padrona e lo sgorbio se ne inventarono di cotte e di crude. Missioni, compiti, obiettivi da raggiungere entro la data dell’orgia. Indecenze da Troia, non più Cucciola. Una che il cazzo non lo subisce, ma se lo sa prendere.
    
    La prima volta fu certamente segnante. I Padroni avevano appena finito di dire a Monica della novità, quella per cui rischiava di tornare mera spettatrice dell’orgia settimanale, con ogni relativo degradamento e certa privazione di cazzo, se non avesse svolto dei compiti dandone prova certa.
    
    Il compito di quel giorno fu semplice. Doveva andare per una commissione in un’altra città, lontana. Nel corso della trasferta, avrebbe dovuto semplicemente alzarsi la gonna e mostrare il culo ad uno sconosciuto.
    
    Ormai marionetta di carne tra le loro mani, Monica accettò la sfida ridendo della sua semplicità, ma quando la girarono e sentì un pennarello scriverle qualcosa sul culo e qualcosa appiccicarsi sulla chiappa, si incuriosì.
    
    L’ordine fu di non guardare e semplicemente fare come indicato. Anche se fu la prima cosa che fece quando salì sul treno, andando nel bagno.
    
    Il viaggio non fu lungo, e sul treno non c’era ...
    ... nessuno. Monica era eccitata dalla sua missione ma aveva paura di finire nei guai. Non era certa della reazione che avrebbe avuto l’uomo che avrebbe trovato e temeva reazioni bigotte. Magari finiva arrestata. Magari sarebbe finita nelle mani di un pazzo, e non un pervertito.
    
    Scese dal treno e sbrigò velocemente le commissioni per la Padrona. Aveva due ore prima del treno di ritorno, ma la giornata era fredda e uggiosa e la cittadina appariva deserta. Cercò camminando con passo svelto ma a parte qualche anziano e qualche signora con la sporta, non trovava nessuno. Con un misto tra divertimento, imbarazzo con se stessa, confusione mentale, paura e preoccupazione per il suo destino in caso di fallimento, cercava e cercava senza successo. Scoraggiata, nella speranza di trovare qualcuno sul treno, torno alla stazione poco prima che un potente tuono spezzasse il silenzio della cittadina deserta. Alla stazione, sotto la banchina, il freddo e la pioggia incorniciavano l’immagine di una ninfomane sola e disperata, che sarebbe tornata a fica vuota dalla sua Padrona.
    
    Mentre si consolava sperando che forse il cazzone dello sgorbio non le sarebbe stato negato, proprio quando stava per rassegnarsi e farsene anche una ragione, senti una risata profonda emergere dal sottopasso della stazione. Senza alcuna remora e forse anche un po’ di audacia si avvicino piano, lasciando che la pioggia la fradiciasse, e sentì un flebile vociare maschile provenire da sottoterra, nascosto tra il rumore del ...
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