1. Una partita a tennis (a nuclear error)


    Data: 27/05/2019, Categorie: Chat e siti di incontri..., Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... come si fa quando ti ritrovi senza ombrello sotto un temporale. Khoda Shefa Midehed, il cielo da sollievo come dice Edgar Allan Poe quando gli pestate un piede. Ho allungato gli occhiali da sole sul naso per dare un’occhiata in cielo: neanche una nuvola.
    
    – Lo so… Ma se non c’è questa scintilla a innescare questo qualcosa, non succede niente. D. – – Guarda, ci sono le cose che vogliamo e ci sono le cose che non sappiamo neanche di volere. Con il primo messaggio mi hai chiesto se volessi dare un’occhiata a delle tue foto un po’ spinte, è solo la punta dell’iceberg. Desiderare è offrire, ma se te ne stai a guardare gli altri che giocano senza puntare le tue fiche non succede proprio niente. Non te lo dice certo nessuno quando è ora di giocare la tua mano. C. A. – – …lo so, lo so…D. –
    
    Mettimi nell’angolo e inizia sculacciarmi già che ci sei
    
    – Sei mai stata frustata? Hai presente? Come si vede nei film sado-maso. A nessuno piace essere frustato. Serve a superare la corrente prima di prendere il largo. Se il tuo desiderio è più forte delle frustate dopo un po’ senti la voce di Galileo che strilla: “Eppur si muove!”. Metti a fuoco qualcosa su te stessa, è la tua voglia di scopare a tenere in mano la frusta. C. A. – – Ma lo so, è solo che qualche tempo fa ho spiegato ad una persona quello che avrei voluto fare…quando ho finito di parlare mi stava guardando come se fossi scesa da un altro pianeta. Poi mi ha detto: “Tranquilla è tutto nella tua testa”. Facendomi sentire ...
    ... ancora più strana. D. – – Ma davvero? E dove dovrebbe essere? Nel tuo culo? C. A. – – E adesso perché mi hai detto questa frase? Dico sul serio. D. – – Che? C. A. – – No, davvero…nel senso…qualcosa si è mosso quando mi hai parlato del culo. D. –
    
    Ho infilato i jeans elasticizzati, quelli con la cerniera su un lato della caviglia. Una maglietta rosa: Hello Kitty! L’anello nero al dito medio della sinistra. Da sotto il letto avevo appena riesumato un paio di All Star nere completamente scolorite. Risalivano ai tempi del liceo, credo. Ho preso qualche banconota dal cassetto in cui tenevo i soldi e l’ho infilata nella tasca dei jeans. Le chiavi della Lancia Y erano appoggiate di fianco alla moneta portafortuna. Quel fissato mi aveva già contagiata con le sue manie. In corridoio, una ragazza seduta su una sedia girata al contrario, leggeva il giornale dondolandosi mentre aspettava il suo turno di fianco alla porta di una delle camere. Indossava una tuta di lattice aderente fino all’inverosimile, una maschera antigas nera sul viso. Le sono passata di fianco pensando: “Finalmente qualcuno che conosce il modo giusto per tenersi informato”. Alle sue spalle un enorme quadro sulla falsa riga dei dipinti di Warhol, quelli con la faccia di Marylin o di Mao ripetute all’infinito su colori diversi. Solo che al posto di Marylin o di Mao c’era una ragazza nuda, si stava abbracciando le gambe mostrando in primo piano la passera rasata. Ho aperto il portoncino blindato con la pioggia di cuoricini ...
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