1. Una partita a tennis (a nuclear error)


    Data: 27/05/2019, Categorie: Chat e siti di incontri..., Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... sono seduta di fronte a lei. “Sembri un caso urgente. Voglio dire: bella mia…” Ha lasciato la frase a metà. Aspettavo che riprendesse a parlare quando un piede caldo e morbido si è fatto strada pazientemente tra le mie gambe. Ho sentito la pianta del piede distendersi sulla fica, massaggiandola dall’alto verso il basso e viceversa. Aveva qualcosa intorno ad una delle dita, un anello forse. La cameriera questa volta era una bionda corpulenta. Con un sorriso di cortesia, ma palesemente a disagio ha chiesto: “Cosa prendete?” Senza rivolgerle lo sguardo Pasticcina le ha risposto: “Allora? Arriva questo bicchiere d’acqua o no?” La cameriera si è allontanata aprendo e chiudendo la bocca senza parlare. Il piede si è ritirato lentamente. Sentivo la fica bagnata inzuppare il vestito a fiori. Dietro al bancone la cameriera stava confabulando con un suo collega lanciandoci occhiate furtive. “Non farci caso. Sono come le illustrazioni di un libro. Non possono farci niente.” Ha frugato nella borsa e ha tirato fuori un paio di manette facendomele vedere sul palmo della mano, ma evitando di metterle in mostra. Mi ha afferrato sotto il tavolino e senza che me ne rendessi conto ne ha chiusa una intorno al polso. L’altra l’ha stretta intorno al suo. “Vieni.” Ci siamo alzate per uscire. Camminando Pasticcina teneva le manette vicino ai fianchi. Quando incrociava qualcuno troppo incuriosito si avvicinava a me facendole scomparire dietro la schiena aspettando di passare oltre prima di riportarle ...
    ... davanti. Se invece aveva l’impressione che le persone intorno a noi fossero impegnate da qualcos’altro o semplicemente distratte, si allontanava lasciando che la catena delle manette si tendesse. Dopo qualche passo si avvicinava di nuovo passandomi rapidamente la mano sotto il vestito. Sentivo il medio su cui portava un anello nero entrarmi dentro insieme all’anulare. A volte anche da dietro, quasi torcendomi il braccio. La disinvoltura con cui si muoveva mi aveva dato l’impressione che avesse fatto quel gioco molte altre volte. Arrivate alla porta girevole mi ha strattonato portandomi vicino a sé. Ha aspettato che la porta compisse metà del suo giro e le ha dato un calcio per farla bloccare tenendoci chiuse dentro. Tre lunghissimi secondi prima che ricominciasse a girare. Mi ha infilato due dita nella fica, masturbandomi in maniera talmente aggressiva e brutale che per poco non mi sono bastati per raggiungere l’orgasmo. Prendevo il sole nuda, sdraiata sul molo di un’isola tropicale. Percepivo distintamente il calore degli scogli sotto il mio corpo. Una sensazione intensa quanto effimera. La porta ha ripreso a girare e siamo uscite nel parcheggio. Passando di fianco al mio SUV bianco ha dato uno strattone dicendo: “Non preoccuparti puoi lasciarla lì, andiamo con la mia.” Si è diretta verso la piazzola di sosta per lo scarico delle merci. Una Lancia Y rosa attendeva parcheggiata di traverso, a metà delle strisce gialle intorno alla sagoma dell’omino che spinge un carrellino. ...
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