1. Una partita a tennis (a nuclear error)


    Data: 27/05/2019, Categorie: Chat e siti di incontri..., Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... chiederti un altro favore… –
    
    Mi sarebbe piaciuto uscire di casa con un vibratore infilato nella fica, ma avevo paura di non riuscire a guidare lo scooter fino al luogo dell’appuntamento. Ho indossato un paio di pantaloncini di jeans stretti, a mala pena mi coprivano il culo. Dentro avevo un plug nero, un regalo di C. A. Mi sembrava più semplice tenerlo fermo sul sellino. Niente mutandine come aveva detto. Una maglietta grigia con la scritta Nike. Sono scesa nel seminterrato dove mi aspettava lo scooter giallo di fianco all’Audi station wagon. La Suzuki 4×4 sarebbe rientrata di lì a poco. Ho buttato dentro il portaoggetti la fotocamera digitale e mi sono allacciata il casco aperto su cui avevo appiccicato l’adesivo verde di una donna intenta a bere un cocktail. Le labbra rosso vivo si stringevano su una cannuccia bianca e rosa, una fettina di lime sul bordo del bicchiere pieno fino all’orlo di un liquido giallo. Essere l’unica a sapere cosa rappresentasse per me quel disegno incollato sul casco mi dava una certa sicurezza, era come un messaggio in codice. Mi ero ripromessa di non masturbarmi, almeno fino a quando non avessi avuto l’opportunità di succhiare il cazzo di C. A. o di leccare la passera della sua amica, anche se sentivo il mio corpo implorarmi di sdraiarmi a terra con le gambe appoggiate al muro per bere un po’ di quel cocktail delizioso. Ho piegato il retrovisore verso di me per vedere il riflesso del mio viso. Mi sentivo di nuovo come uno zombie in preda ...
    ... alla frenesia di carne umana. Prima di girare la chiave dell’avviamento ho inforcato un paio di occhiali da sole Route 66 come quelli di C. A., me li ero procurati dopo che avevamo girato il video. Finalmente la voglia di scopare era riuscita a stemperare l’ansia per l’appuntamento. Avevo decisamente una gran fame di cazzo.
    
    – Dici che staremo comodi sulla tua macchina? C. – – Ci sono solo due posti, però i sedili sono belli comodi. Dal lato del passeggero c’è una bella maniglia a cui aggrapparsi, proprio sul cruscotto. C. A. – – Ho voglia di scopare. Non riesco a pensare ad altro. Solo non posso stare fuori a lungo…c’è un parcheggio qui vicino. Dobbiamo proprio metterci nella tua macchina? C. – – Sei mai stata in un capannone abbandonato? Uno di quei capannoni nella zona industriale. Hai presente? La facciata con i vetri rotti, i portoni spalancati. Auto abbandonate ferme nel piazzale con l’erba alta. Ci sono sempre delle auto abbandonate in posti come quelli. Non so perché la gente vada in posti del genere per disfarsi della macchina, restano lì per chissà quanto; la vernice sbiadita dal sole, le gomme sgonfie. Alcune hanno il cofano annerito da un incendio, altre enormi chiazze d’olio sotto la scocca, sembrano pozze di sangue. C’è qualcosa di perverso nei capannoni abbandonati, è come vedere una radiografia del proprio cranio o di un’altra parte del corpo. Una parte di te che di solito è nascosta, invisibile. C. A. –
    
    Non riuscivo a credere che mi avesse convinto ad ...
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