1. Godere nella vergogna vi


    Data: 13/04/2019, Categorie: Etero Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69

    ... indietro” gridai.
    
    “sarà lei a raggiungerci” mi rispose con indifferenza Gaston
    
    Espressi a Gaston la paura che potesse ripassare ancora qualcuno e la risposta fu ancora più brutale sottolineando che qualcuno era già passato.
    
    “Però era con te” ribattei
    
    “si ma nella foto lei è nuda sola e in mezzo ad una strada ,pensa se la dovesse vedere qualcuno che la conosce! non avrebbe dubbi a pensare che la seria professoressa batte i marciapiedi di Parigi”
    
    La sua freddezza mi impaurì oltre a crearmi una notevole preoccupazione. Non badai però al fatto che Gaston sapesse che Mia era una professoressa, nessuno di noi glielo aveva mai detto. Purtroppo nel seguito della nostra vacanza il perché sarebbe diventato fin troppo chiaro.
    
    Mi girai e vidi Mia attraversare la strada ed avviarsi lungo il viale come le aveva detto Gaston. Lui non fermò l’auto ed in fondo alla via svoltò all’incrocio. Mia scomparve dalla mia vista e noi dalla sua.
    
    MIA
    
    Mi stavo rimettendo dallo shock di essere stata fotografata nuda da un occasionale passante in mezzo ad una strada e Gaston nonostante la mia supplica mi aveva lasciata sola ed era risalito in auto. Lo vidi parlare con mio marito.
    
    Dopo pochi attimi rimise in moto e partì.
    
    Vidi l’auto allontanarsi mentre, con un nodo alla gola e con un’immensa vergogna attraversai la strada. Forse era colpa mia, sì, sicuramente era colpa mia.
    
    Mi ero lasciata trasportare fino a quel punto e queste erano le conseguenze.
    
    Ora ero sola, sul ...
    ... marciapiede di una strada che non conoscevo in una città che non conoscevo. Ed ero anche nuda, sentivo un nodo alla gola e capivo che da lì a poco sarei scoppiata in lacrime. Avevo il capo chino, guardavo la mia ombra che si allungava o accorciava a seconda dei lampioni che incontravo, lunga come la strada che stavo percorrendo, e grigia come il mio animo in quel momento.
    
    Passò un’auto, mi illuminò. Non feci in tempo a coprirmi o nascondermi vicino ad una casa buia … oddio mi avevano vista … per fortuna non si erano fermati.
    
    Camminavo ancora col fiato grosso, col cuore che batteva all’impazzata, con le lacrime che iniziavano a rigarmi le guance.
    
    Guardai dentro di me, non mi riconoscevo più, dove era finita la professoressa che faceva paura a tutti, l’integerrima insegnante che non accettava raccomandazioni? Dove era finita quella moglie morigerata, quella donna dai sani principi che giudicava indecenti i pantaloni aderenti e le minigonne. Eccola, ora è lì che passeggiava nuda su un marciapiede di Parigi.
    
    Volevo sprofondare, dissolvermi in una nuvola di fumo. Sperai che quello fosse solo un incubo da cui mi sarei svegliata prima o poi.
    
    Mi fermai diverse volte alzando gli occhi al cielo e cercando tra quelle stelle un aiuto, una parola, un gesto.
    
    Poi i fari di un’altra auto, volsi le spalle a quelle luci affrettando il passo. Le luci si avvicinarono, mi raggiunsero, l’auto si fermò al mio fianco e finalmente riconobbi l’auto di Gaston.
    
    RODOLFO
    
    Gaston fece ...
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